Roma Golpe Capitale

Incontro Francesco Cordio al Cinema Farnese di Campo de’ Fiori a Roma. La fila per fare i biglietti arriva oltre la statua di Giordano Bruno. La sala è già affollata e freme per l’inizio del film Roma Golpe Capitale. Gli domando come sia nata l’idea di questo suo lavoro sulla drammatica defenestrazione di Ignazio Marino da Sindaco di Roma. Un Sindaco eletto attraverso due suffragi: quello delle primarie Pd davanti a Gentiloni e Sassoli, il 7 aprile 2013 con il 55% dei voti; e quello delle elezioni comunali con il 64% contro Alemanno. Il regista mi risponde che l’idea gli è nata immediatamente, quando il Sindaco è stato sfiduciato da un atto davanti a un notaio da parte di 26 consiglieri della maggioranza e dell’opposizione.

Francesco Cordio aveva già collaborato con Marino quando era Presidente della Commissione Sanità del Senato. A un suo primo documentario sugli Ospedali Psichiatrici Giudiziari intitolato OPG – Dove vive l’uomo? del 2011, era seguito nel 2013 a Lo stato della follia. La risposta a ogni mia domanda al regista è interrotta da tanta gente che viene a salutare e a complimentarsi con lui. Il suo film è cresciuto poco alla volta, nelle associazioni e nei circoli culturali della periferia romana. Il Cinema Farnese è il primo grande appuntamento in una prestigiosa sala storica della città, ma la gente sta accorrendo numerosa per l’eco già suscitata nei social media.

Mi dice che dopo l’uscita del libro di Ignazio Marino Un marziano a Roma nel 2016 il progetto del film ha avuto una decisa accelerazione, entrando in una fase operativa, anche grazie ad Alfredo Borrelli, il suo vulcanico produttore, che gli ha dato immediatamente fiducia. Cordio ha realizzato nove ore di girato, ricostruendo interamente e dettagliatamente tutto il periodo della sindacatura Marino dal 12 giugno 2013 al 31 ottobre 2015. In fase di montaggio il materiale è stato ridotto a un’ora e cinquanta minuti, per offrire un film documentario con una forma e una durata che gli permettesse la più ampia diffusione possibile. Francesco è diplomato come attore e regista presso l’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio D’Amico, frequentando anche altre scuole di formazione artistica. Ha realizzato molti lavori teatrali, passando poi alla regia di video musicali e documentari. Questo suo lavoro sull’ex sindaco Marino non è solo un film importante, necessario per ricostruire una pagina cruciale della vita cittadina, ma è anche appassionante, proprio grazie alla qualità cinematografica di inquadrature, scene, sequenze, interviste.

Si capisce dall’attenzione con cui il pubblico – una volta spente le luci della sala – si immerge nella proiezione e nel suo progressivo crescendo informativo e drammatico-narrativo. L’inizio è quello di Ignazio Marino che oggi è tornato a lavorare in America presso la Thomas Jefferson University di Filadelfia. Attraverso le testimonianze del Procuratore Giancarlo Caselli (che lo conobbe quando era chirurgo a Palermo) e della giornalista antimafia romana Federica Angeli, il film restituisce il clima politico-giudiziario degradato di quegli anni a Roma. Contro tale atmosfera Marino e la sua squadra amministrativa si battono per sviluppare non solo idee nuove, ma anche modi nuovi, trasparenti di amministrazione e gestione dell’elefantiaca macchina capitolina. Sul piano dell’urbanistica, soprattutto per quello che riguarda le aree periferiche destinate alle Olimpiadi. I suoi riconoscimenti – lui cattolico osservante – dei diritti civili per le coppie omosessuali. Tutti tasselli su cui cominciano a crescere e agglomerarsi contro di lui il contrasto da parte degli ambienti cementizi e vaticani. Contrasto che sfocia nelle clamorose, vergognose campagne stampa – fondate sul nulla – che però hanno l’obiettivo di isolare Marino e la giunta dal suo partito, il Pd, e dal governo, guidato allora da Matteo Renzi. Davvero incredibili quella sulla Panda Rossa e sugli scontrini per alcuni pranzi di rappresentanza. Cordio li ricostruisce meticolosamente, anche attraverso diverse testimonianze e le efficacissime battute amaro-ironiche di Marino. La ferita più grave resta però la canea aizzatagli addosso sul viaggio di Papa Francesco in America, nel quale l’allora sindaco di Roma – a detta dello stesso Santo Padre in una sua intervista – si sarebbe infilato di straforo come un volgare imbucato. Nel film Marino testimonia di avere avuto modo di riparlarne con il Papa e di avergli detto: “Con quella sua dichiarazione, Santità, è come se lei avesse sciolto e lanciato i cani contro di me”. Cani non solo simbolici da teatro shakespeariano. In altri momenti riviviamo lo scontro del sindaco con Montezemolo e Malagò e sentiamo sulla pelle il brivido di una memoria – non solo cinematografica – che va sotto il nome Le mani sulla città. A vedere queste immagini e ad ascoltare queste testimonianze a pochi giorni dai risultati elettorali, si resta folgorati nel capire chiaramente perché le cose siano andate così: non solo a Roma ma in tutta Italia.

 Quando l’ultima immagine si dissolve lentamente nei primi titoli di coda del film scroscia immediatamente un lungo, ripetuto applauso. Poi tutti ancora a seguire con curiosità e attenzione quelle importanti informazioni e indicazioni che scorrono lungo lo schermo sui luoghi della città, le situazioni, le persone coinvolte nella realizzazione del progetto. E quando le luci si accendono definitivamente ancora applausi, grida di “Bravo!”, e manifestazioni di affetto nei confronti del regista. Sarà per due sere di seguito così in un Cinema Farnese gremito di gente e di emozioni. Francesco dal microfono ringrazia tutti e chiede di dargli una mano a fare conoscere questa sua opera. Un’opera di impegno e bellezza cinematografica, aggiungiamo noi, che sarà proiettata di nuovo lunedì 19 marzo – alle 20,30 – sempre al Cinema Farnese di Roma. Una cosa dovrebbe però essere altrettanto certa: che questo film – per il suo valore di contenuto, forma e attualità – una qualche televisione sarebbe giusto lo proponesse sulle sue reti nazionali.

di Riccardo Tavani