Intervista a Paolo Orlandelli, regista di 04-05-98: STRAGE IN VATICANO
04-05-98: STRAGE IN VATICANO di Fabio Croce, regia di Paolo Orlandelli è uno spettacolo ispirato al triplice delitto avvenuto il 4 maggio del 1998 nella palazzina delle guardie svizzere presso la Città del Vaticano. Dubbi, verità nascoste, indagini poco chiare e giustizia italiana tenuta fuori dall’inchiesta sono gli elementi di un giallo che difficilmente troverà la verità, quella vera no quella che è stata data. Morirono sotto i colpi di una pistola da guerra il neo-comandante dell’esercito pontificio Aloys Estermann, sua moglie Gladys Meza Romero e il giovane vice-caporale Cédric Tornay. La Santa Sede poche ore dopo la strage accusò, con la chiusura dell’inchiesta, il vice-caporale Cédric Tornay di omicidio-suicidio.
La magistratura vaticana ha respinto la richiesta di ricorso della famiglia di Tornay, basata sui risultati di una seconda autopsia e su un perizia grafologica condotta sulla presunta lettera d’addio del giovane Cédric.
A venti anni dalla strage, Fabio Croce e Paolo Orlandelli portano l’attenzione su questo caso d’insabbiamento e chiedono a Papa Francesco, tramite una petizione su Change.org, la riapertura del caso e la dichiarazione d’innocenza di Cédric Tornay.
Paolo Orlandelli, regista dello spettacolo teatrale nonché promotore della petizione a Papa Francesco, che ho incontrato e intervistato proprio sul palcoscenico del Teatro dei Documenti poco prima dello spettacolo ha racchiuso nelle sue risposte le motivazioni e le prospettive del lavoro fatto.
La rappresentazione teatrale narra di un tragico fatto, un triplice delitto. Non è solo racconto teatrale ma un “docuteatro” dove viene fatta luce su carenze investigative e giudiziarie che allontanano dalla verità su quello che apparentemente viene definito dalla magistratura vaticana un omicidio–suicidio. Raccontaci come è nata questa idea che oltre al teatro percorre la strada volta alla ricerca della verità usando una petizione come strumento per riaprire il caso, petizione diretta a Papa Francesco.
È stata la prima volta per me, con questo spettacolo, affrontare temi di attualità e di denuncia. Effettivamente mi sono posto il problema di come allestirlo, di come metterlo in scena perché c’è un apparato documentale enorme fatto proprio di informazioni, di dati, di documenti ufficiali e quindi in sostanza abbiamo cercato la strada delle parti lette e delle parti recitate. Abbiamo pensato all’inizio di far raccontare la storia alle tre vittime ma volta per volta questi attori prendevano anche le parti di altri personaggi come la mamma del vice caporale, gli avvocati della famiglia del vice caporale, Joaquin Navarro Valls e tanti personaggi che hanno avuto una piccola o grande parte all’interno della vicenda. Abbiamo voluto associare lo spettacolo all’idea di una petizione perché già in passato l’avevamo fatto sul caso di Emanuele Scieri, l’allievo parà che era morto a Pisa nel 1999 e quella petizione aveva avuto successo. Il Ministro della Difesa Pinotti istituì una Commissione d’Inchiesta Parlamentare che ha chiesto poi alla Procura di Pisa di riaprire il caso e così abbiamo pensato, facciamolo anche per “Strage”. Rivolgere una petizione a Papa Francesco è una bella scommessa, difficile da vincere ma non impossibile. Io credo, lo spero soprattutto.
Secondo te questa storia di sangue ancora dai contorni non definiti, in qualche modo si intreccia con il caso di Emanuela Orlandi e con l’attentato a Papa Giovanni Paolo II?
È difficile rispondere a questa domanda. Senz’altro si, nel senso che i personaggi coinvolti erano comunque presenti anche nel caso del rapimento della Orlandi, che è avvenuto però sul suolo italiano e che ha visto interessati anche la Polizia e la Magistratura italiane. Mentre nel caso di Estermann no, tutto è accaduto all’interno dello Stato della Città del Vaticano e Polizia e Magistratura italiane non sono state ammesse ne alle indagini ne all’interno del luogo del delitto. Pare che Estermann avesse conoscenza di cose inerenti il caso Orlandi, aveva anche dei documenti e subì un furto dalla sua cassaforte, però quale potesse essere il ruolo o il suo grado di partecipazione non saprei proprio dirlo. Anche l’attentato di Giovani Paolo II potrebbe essere stato voluto da poteri occulti in Vaticano che non volevano che lui facesse entrare in maniera così preponderante l’Opus Dei all’interno degli affari vaticani. L’Opus Dei salvò lo IOR dal crack e finanziò moltissimo il partito “Solidarnosc” in Polonia, anticomunista e questo all’altra lobby di potere vaticana, che è la Massoneria (loggia vaticana) sicuramente non faceva piacere. Però dire quali siano stati i moventi di questi rapimenti o omicidi non posso perché non lo sa nessuno. Però sicuramente hanno in comune con il caso Estermann questa cortina di silenzio, questo monopolio che loro hanno della verità e delle informazioni che non vengono messe a disposizione e non vengono neanche chiarite fino in fondo.
Prima di andare in scena hai avuto contatti con il Vaticano, quantomeno per comunicare ciò che il vostro spettacolo vuole rappresentare e magari avere da loro una “insperata collaborazione”?
In realtà no, perché l’autore del testo, Fabio Croce, è nel libro nero del Vaticano, da quello che dice lui, in quanto ha pubblicato molti documenti scomodi e ha fatto una campagna di denuncia sull’omosessualità anche all’interno del Vaticano. Ma noi avendo fatto questo spettacolo dieci anni fa, abbiamo esperienza di quello che è l’atteggiamento del Vaticano in questi casi, cioè di assoluto riserbo, assoluto silenzio. Se loro direbbero qualsiasi cosa intorno a queste operazioni non farebbero altro che fare pubblicità e questo non lo fanno. Noi sappiamo, avendo mandato una petizione attraverso l’Ufficio Stampa del Vaticano, che è arrivata, diciamo forse anche sulla scrivania di Papa Francesco, ce lo auguriamo. Però contatti diretti no, mai avuti.
Secondo te la petizione, che tra l’altro sta raccogliendo molte firme, riuscirà a far riaprire il caso e dare alla mamma di Cèdric la giustizia dovuta?
Io lo spero vivamente, il nostro scopo è questo. Ci tengo a precisare che la petizione chiede di accogliere i risultati dell’autopsia che la famiglia del vice caporale ha effettuato sul corpo di Cèdric e quindi di dichiarare la sua innocenza. Non cerchiamo i veri colpevoli, non cerchiamo di riaprire le indagini dopo vent’anni ma di restituire la dignità a questo ragazzo che ha perso la sua vita a ventitré anni mentre svolgeva il servizio militare, nessuno, lui si sarebbe congedato il mese dopo quindi pensate che movente potesse avere. Nessuno per combinare questo efferato delitto che gli viene attribuito. Noi ci proviamo, credo che Papa Francesco sia una persona molto sensibile, umana, anche un riformatore, io spero che si assuma questa responsabilità. La Chiesa deve dare dei segnali di apertura su certe cose altrimenti noi rimarremmo incancreniti nella nostra opinione che al di la del Tevere possono fare quello che vogliono, e soprattutto per una istituzione come la Chiesa, che è portatrice del messaggio evangelico, è una cosa assolutamente incompatibile. Oggi ci sono questi mezzi di comunicazione globale e immediata e tutti sanno tutto e tutti con un click possono far valere le loro opinioni. Spero che siano sensibili a questa faccenda e facciano questo atto di grande giustizia. Devo dire però che a livello di percentuali ci sia una possibilità su un miliardo che accada ma noi speriamo di fare centro.
Ringrazio Paolo Orlandelli per l’intervista che ci ha concesso e anche il Teatro dei Documenti per l’ospitalità.
Grazie a voi per la vostra vicinanza, la vostra amicizia, noi siamo qui in scena fino a domenica 6 maggio poi speriamo di fare uno spettacolo anche più avanti. Se non riuscite a venire a vedere lo spettacolo potete firmare la petizione su Change.org (https://www.change.org/p/papa-francesco-verità-sulla-strage-in-vaticano) a Papa Francesco.
04-05-98: STRAGE IN VATICANOè in scena a Roma, al Teatro Di Documenti dal 2 al 6 maggio. Attori: Giuseppe Alagna, Antonietta D’Angelo, Emanuele Linfatti.
di Maria De Laurentiis