Pazzesco ad Avola…
Pochi giorni fa un collega mi ha invitato a partecipare telefonicamente a una trasmissione radiofonica in una radio di Avola. Tema: il mio libro“Un morto ogni tanto”.
Dopo pochi secondi, appena ho cominciato a fare nomi e cognomi della mafia, dei mafiosi, dei politici come il deputato Gennuso arrestato per voto di scambio politico mafioso (poi trasformato dal riesame in corruzione elettorale), incredibilmente, siamo andati fuori onda. Inizialmente si è pensato ad un guasto tecnico. Oggi invece, quel collega che mi aveva invitato, mi ha chiamato per comunicarmi che si è licenziato:
“Paolo, appena ha sentito che Tu eri in diretta l’editore è sceso in campo e ha imposto di toglierti la parola. Nessun guasto tecnico, niente. Mi ha detto che “appena ti ha sentito ha perso anni di vita”.
Io mi sono licenziato oggi”.
A te, ringrazio per la coerenza, caro Giuseppe.
A voi chiedo: fa così male una voce libera? Fa così male una voce indipendente?
Perché non avete il coraggio di ascoltare le mie denunce e di rispondere nel merito?
Perché state cercando in ogni modo di boicottare il mio libro?
In quella trasmissione avrei parlato delle stesse cose che ho scritto. Cioè di consiglieri comunali eletti dalla mafia, della famiglia del capomafia cittadino, ad esempio, quel Michele Crapula che ha tentato di monopolizzare un’intera città e di schiavizzare i suoi cittadini.
Di politici e di deputati eletti con i voti delle mafie. Di sindaci che fanno finta di nulla.
Avete così paura della gente libera?
E voi, cittadini, state con chi censura le denunce delle loro malefatte o con chi le denuncia?
Può un libro come il mio fare così tanta paura?
C’è solo una risposta: aiutatemi a far girare le mie parole e leggete il libro.
C’è chi vuole tenervi nell’ignoranza di ciò che accade. Decidete voi…
di Paolo Borrometi