La leggerezza dell’anima

Dicono gli alpinisti che per raggiugere la vetta di una montagna bisogna avere il cuore leggero e lasciare a terra le preoccupazioni e i fardelli che attanagliano la nostra anima. Lo stesso Denis Urubko ci ha raccontato in un incontro pubblico che per poter raggiungere la meta bisogna liberarsi di tutti i pensieri che appesantiscono la nostra mente e ci legano a “terra”. La strada per la vetta diventa un luogo sia fisico che dell’anima, in cui si devono egoisticamente e cinicamente mettere da parte gli affetti e le cose belle che lasciamo quando cominciamo l’ascesa. In poche parole per poter andare oltre i nostri limiti bisogna salire “a cuor leggero”, quasi con incoscenza, pur attenti ai pericoli e alle insidie che l’alta montagna riserva a ogni scalatore.

Credo proprio che sia con questo spirito che Reinhold Messner abbia affrontato l’ascesa del Sass Pordoi in arrampicata libera. O per lo meno questa è la sensazione che mi ha lasciato guardando rapito le immagini di quell’impresa. Perchè qualcuno che affronta quelle pareti verticali armato solo della presa delle proprie mani e del proprio coraggio dev’essere qualcuno che, oltre ad aver ricevuto in dono un fisico straordinario, ha anche quella leggerezza dell’anima che ti consente di fare cose eccezionali, di elevarti oltre i dubbi e le preoccupazioni.

La dolcezza e l’eleganza con cui Messner prende la roccia è un qualcosa di mistico, l’evidenza di un rapporto intimo con la montagna, che va al di là della comprensione dell’uomo comune. Abbraccia e avvolge la roccia come si farebbe con la donna amata, ogni appiglio diventa una carezza, la salita è un atto d’amore dolce e armonioso, costante fino alla vetta.

Arrivato in cima Messner incontra un turista arrivato lì con la funivia: i commenti che l’uomo comune rivolge all’alpinista, i suoi dubbi e le sue perplessità riguardo un’ascesa così bella e pura denotano un’incapacità nel comprendere il mondo d’alta quota e tutte le sue sfaccettature e contengono forse un pizzico di invidia per chi sa compiere certe imprese straordinarie e ci fa innamorare sempre più delle magnifiche vette.

di Simone Bernardini

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