La Fratres Omnes, per tutti noi

Come volevasi dimostrare, l’enciclica Fratrers Omnes è stata considerata dall’assoluta maggioranza dei media come una ulteriore inutile manifestazione del papa arrivato dalla fine del mondo.

Inutile perché altri sono gli argomenti, certamente da non trascurare, su cui imporre l’attenzione della gente, sui diritti di sussidi a fondo perduto, di avere dallo stato difese contro un virus propagato stupidamente da molti, di doverosa attenzione per chi svolge nella società lavori necessari. Anche se forse sarebbe utile una maggiore attenzione ai doveri, di non mettere a rischio le fasce di popolazione senza difesa, di pensare tutti a dare a chi ha più necessità (nella tradizionalista Spagna stanno pensando a inserire nel bilancio dello stato una patrimoniale, per i redditi con più di 10 milioni di euro, anche se meno drastica di quelle già previste nell’accordo di governo).

Ma riguardo ai temi relativi a Francesco, molto più risalto è stato dato invece alla sua risposta affermativa sulla creazione di una legge sui diritti civili delle persone omosessuali, con la considerazione che essi come tutti sono figli di Dio ed hanno il diritto di essere in una famiglia.

Naturalmente, molte delle attenzioni sono state amplificate dai detrattori, come il card. Mueller, un convinto difensore della tradizione liturgica e dottrinale della Chiesa Cattolica,che ha detto che il pontefice non è al di sopra della parola “di Dio che ha creato l’essere umano maschio e femmina, il matrimonio e la famiglia”.

Ma allora, mi pare legittimo chiederlo, allora le persone omosessuali non sono esseri umani? Non hanno i diritti degli esseri umani?

Da laico, mi chiedo come si possano avere posizioni come quelle del cardinale, (che ha aggiunto che ci sono tanti fedeli disturbati che temono che le parole di Francesco possano essere il primo passo verso una giustificazione delle unioni omosessuali).

Da laico, mi chiedo se Mueller e i fedeli sono così disturbati da non ricordare che Gesù, alla domanda su quale sia il comandamento più grande, disse:

<< Ama il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutta la tua mente. Questo è il più grande e il primo dei comandamenti. E il secondo è simile al primo: ama il prossimo tuo come te stesso>> (Matteo 22 37-39).

No, dobbiamo fare qualcosa, a Stampacritica, non possiamo lasciare che le parole di Francesco, che sono state pubblicate in una trentina di lingue a conferma della universalità del messaggio, cadano qui da noi nel silenzio dei media.

Nel nostro piccolo, cercheremo di coglierne le indicazioni più necessarie per la proposta di una società diversa, migliore. A cominciare dalla introduzione, intensamente articolata.

-“Fratres Omnes” è la proposta di Francesco di Assisi, “di una forma di vita dal sapore del Vangelo”, con un invito “a un amore che va al di là delle barriere della geografia e dello spazio”.

 -Senza Frontiere”, è ancora un riferimento al santo di Assisi che si recò in visita al sultano d’Egitto, in un momento storico segnato dalle crociate, a dimostrare, ancora di più, la grandezza dell’amore che voleva vivere, desideroso di abbracciare tutti, raccomandando ai suoi discepoli di essere fedeli alla loro identità, ma “trovandosi tra saraceni o altri infedeli non facciano liti o dispute, ma siano soggetti ad ogni creatura umana per amore di Dio”. Questo nella comprensione che “Dio è amore, chi rimane nell’amore rimane in Dio e Dio rimane in lui.”

C’è in questa lettura la necessità di dialogare tra religioni diverse come Bergoglio ha potuto fare con il Patriarca ortodosso Bartolomeo e con il Grande Imam islamico Ahmad A-Tayyeb, con la condivisione che Dio “ ha creato tutti gli esseri umani uguali nei diritti, nei doveri e nella dignità, e li ha chiamati a convivere come fratelli tra di loro”.

C’è il riferimento alla dimensione universale dell’enciclica, alla sua apertura a tutti: “Pur avendola scritta a partire dalle mie convinzioni cristiane, che mi animano e mi nutrono, ho cercato di farlo in modo che la riflessione si apra al dialogo con tutte le persone di buona volontà”.

C’è la considerazione che l’insorgere della Covid-19 ha messo in evidenza l’incapacità di agire insieme e che: “Se qualcuno pensa che si trattasse di far funzionare meglio quello che già facevamo, o che l’unico messaggio sia che dobbiamo migliorare i sistemi e le regole già esistenti, sta negando la realtà”.

C’è il desiderio che si possa far rinascere tra tutti un’aspirazione mondiale alla fraternità. C’è l’importanza del sognare insieme, come un’unica umanità, ciascuno con la ricchezza della sua fede, o delle sue convinzioni, ciascuno con la sua voce, tutti fratelli!

C’è la proposta di una società diversa, migliore, nell’enciclica. Ma non solo.

Nei prossimi giorni si avrà ad Assisi una conferenza stampa, un meeting virtuale di migliaia di giovani economisti, di imprenditori, di changemakers, per dare un’anima all’economia globale.

Si tratta di un primo passo, ma importante, perché concreto, perché non è dettato da interessi di parte.

Perché si studierà la strada per una società da vivere insieme, con la prospettiva di avere insieme momenti di felicità, di amore, di solidarietà per tutte le donne e gli uomini della terra.

di  Carlo Faloci

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