Giornata internazionale della donna: che fine ha fatto Jane Fonda?

L’8 marzo ricorre la Giornata internazionale della donna sia per ricordare le conquiste in ambito sociale, economico e politico sia per soffermarsi a riflettere sulle discriminazioni e le violenze ancora perpetrate a danno di milioni di donne nel mondo. Qualcuno lo definisce un giorno di festa, a noi piace pensarlo come la necessaria e attenta considerazione a tutto tondo sulla questione femminile.  Quella stessa questione che Rosa Luxemburg, nel 1907, portò al Congresso della II Internazionale Socialista per rivendicare la necessità del voto alle donne. L’8 marzo del 1972 si tenne a Roma, in piazza Campo de Fiori, la giornata della donna. In quella occasione partecipò e tenne un discorso anche l’attrice americana Jane Fonda. Si chiedeva la legalizzazione dell’aborto e la libertà omosessuale. La polizia intervenne con i manganelli per disperdere e allontanare le manifestanti. Il prossimo anno, nel 2022 saranno trascorsi 50 anni da quella manifestazione.

 A che punto siamo? Dal 2020, in Polonia, l’aborto è consentito solo in caso di stupro, incesto o se la madre è in grave pericolo di vita. Più di centomila persone sono scese in piazza, a Varsavia, per opporsi a questa legge. In Italia, nella Regione Marche, con la seduta del consiglio del 26 gennaio 2021 si è stabilito che la pillola Ru486 non potrà arrivare nei consultori come invece era indicato nelle linee guida del Ministero della Salute. Il Partito di Fratelli d’Italia, nello stesso consiglio, dichiarava che: “La battaglia da fare oggi è quella per la natalità, non c’è ricambio e non riesco a condividere il tema della sostituzione cioè che siccome la nostra società non fa figli allora possiamo essere sostituiti dall’arrivo di persone che provengono da altre storie, continenti, etnie, da altre vicende”. Temono che i figli di quelle donne che arrivano in Italia stuprate nelle carceri libiche possano sostituire la nostra storia, come se non fossimo già legati e in parte colpevoli di quelle storie, di quelle vicende.

Sulla libertà omossessuale, nonostante dal 1972 si siano raggiunti importanti obiettivi in termini giuridici, il più importante dei quali è il riconoscimento delle unioni civili delle coppie omosessuali, sul piano culturale succede ancora che, a Palermo, un padre picchi e stupri la figlia di 15 anni per punirla della sua omosessualità.

Sulle violenze invece siamo al punto in cui, pochi giorni fa, il 25 febbraio, oltre 400 studentesse in Nigeria vengono rapite da uomini armati, con tutta probabilità destinate a diventare schiave sessuali dei terroristi. Siamo al punto in cui in Italia, nel 2021, viene uccisa una donna ogni 5 giorni mentre in Messico dieci donne al giorno muoiono per femminicidio. Le vorremmo chiamare per nome, una ad una, ma non ci riusciamo più. Sono troppe, sono milioni le donne uccise per mano di un uomo.

E infine la politica e il lavoro: Mentre in Myanmar, con colpo di stato, è stata destituita e arrestata dai militari la neo eletta presidente Aung San Suu Kyi, in Italia ancora si discute di quote rosa e di sottosegretarie a far da traino mentre l’Istat ci ricorda che il 98% di coloro che hanno perso il lavoro a causa della pandemia sono donne.

E Jane Fonda che fine ha fatto?  All’età di 82 anni viene arrestata, nel 2019, per la quinta volta mentre manifesta per i cambiamenti climatici unendosi al grande movimento del Fridays for Future messo in moto da una giovanissima attivista, Greta Thumberg.

di Nicoletta Iommi