Il confine tra arte e follia nella mostra Crazy al Chiostro del Bramante

C’è la svolta, la metamorfosi, la meraviglia, ma anche l’appel du vide, quello che noi potremmo tradurre in “richiamo del vuoto”, oppure l’hwyl, letteralmente una “folata di vento” ma che in italiano potrebbe essere reso in entusiasmo, lampo di ispirazione.

Un filo sottile lega l’arte alla follia, ed è questo che indaga la mostra “Crazy – La follia nell’arte contemporanea”, curata da Danilo Eccher per il Chiostro del Bramante.

Aperta lo scorso 19 febbraio e visitabile fino all’8 gennaio 2023, l’esposizione mette insieme 21 artisti di rilievo internazionale, con oltre 11 installazioni pensate appositamente per questo evento. Perché, d’altronde, come si può mettere un freno alla follia o riadattare un gesto artistico a un nuovo contesto? La pazzia infatti rifiuta gli schemi stabiliti, proprio come l’arte. E il visitatore lo scopre lungo un percorso narrativo costruito in maniera ponderata, interessante e stimolante. “Nella più ampia accezione di “follia”, non di rado sinonimo di “creatività fantastica”, l’arte si è sempre ritrovata a proprio agio – spiega la direttrice di Dart – Chiostro del Bramante, Natalia de Marco – ma è soprattutto con i primi studi psicanalitici e neurologici d’inizio secolo scorso che il rapporto fra disturbi psichici e arte si è fatto più intenso e consapevole”.

Dall’entrata, quando ad accogliere il visitatore c’è la musica originale di Carl Brave, creata appositamente per la mostra, fino all’uscita con le scalinate colorate da Ian Davenport lo spettatore è continuamente sorpreso e catturato. Oppresso nel ventre di una balena oppure leggero come una farfalla, impaurito dai soffitti sfondati e disorientato come dentro un labirinto. “Un processo di alterità, di strabismo percettivo, rende il percorso della follia così prossimo all’arte, anch’essa protesa a ricreare nuovi territori di verità, nuovi paesaggi del reale. Parafrasando Clemens Brentano, secondo cui la follia è la sorella infelice della poesia, si potrebbe dunque dire che la follia è la sorella infelice dell’arte” sottolinea invece Danilo Eccher.

Un’esposizione aperta a tutti e a misura di tutti, come dimostra l’apparato Crazy For Kids, dedicato proprio al pubblico dei più piccoli, a cui vengono forniti gli strumenti per comprendere i linguaggi dell’arta contemporanea grazie a una mappa cartacea disegnata dall’artista Pucci Zagari.

L’occasione perfetta, insomma, per visitare un gioiello dell’architettura rinascimentale, creato da Donato Bramante nel 1500, e poi per gustarsi dal vivo opere di Carlos Amorales, Lucio Fontana, Anri Sala, Peth Coyne, Max Streicher e tanti altri. Per un tuffo nell’arte ma soprattutto nella follia,

di Lamberto Rinaldi

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