RUE GARIBALDI

Venerdì 22 aprile ho il piacere di introdurre Rue Garibaldi, in anteprima nazionale dopo il prestigioso riconoscimento al Torino Film Festival 2021, quale vincitore della sezione Doc. L’appuntamento è alle 19.15 al Cinema Farnese, la storica sala nel cuore di Roma, in Piazza Campo de’ Fiori.

Il giovane regista Federico Francioni ha realizzato a oggi tre film documentari, vincendo ogni volta i maggiori premi italiani nel campo dei documentari. Insieme all’italo-cinese Yan Cheng infila una dietro l’altra un’ambita doppietta di premi. Nella primavera del 2017 a Bellaria con Tomba del tuffatore, un giro da capogiro di vertiginosa bellezza e anche spietatezza critica sulla Costiera Amalfitana. E nell’estate dello stesso anno a Pesaro con The first shot, girato in Cina, con tre storie sulla generazione di ragazze e ragazzi che vivono – senza memoria e coscienza – la realtà del loro immenso Paese dopo le agitazioni di Piazza Tienanmen del 1989.

Il segno stilistico dell’opera di Federico Francioni, però, non può essere rigidamente limitato dentro il genere “documentario”, oltrepassandolo fin dalle prime inquadrature con una poetica dell’immagine che è un vero e proprio “sguardo attraverso”. Ossia che attraversa, taglia il mondo, facendo apparire il non visto, il non visibile allo sguardo meramente ottico-retinico che avvolge, offusca la nostra coscienza e sensibilità percettiva.

E questo Rue Garibaldi è tutto un continuo oltrepassamento, attraversamento di frontiere geo-esistenziali. Una sorella e un fratello di radici tunisine, ma siciliani di crescita, studi e inflessione linguistica, vivono sì a Parigi, ma alla sua periferia, ossia oltre i bordi dei confini strettamente toponomastici della geo-metropoli multi etnica e multi senso. E la spoglia strada geo-periferica in cui vivono porta il nome altisonante di Garibaldi, nato a Nizza, sul confine storico italo-francese, ed eroe sconfinante anche lui tra più mondi.

Ma i due protagonisti sono altresì entrambi attraversati dal permanente oltrepassamento sradicante, violento, umiliante di quella precarietà multi lavorativa che oggi si costituisce come una totalità di sfruttamento e annullamento dell’umano ridotto a merce “usa e getta”. Federico Francioni va a vivere con loro, restituendoci l’autenticità della loro voce e del loro sguardo. Ascolta con le loro orecchie i suoni di una drammatica condizione materiale dei giovani oltre ogni confine geo-politico dell’intero mondo contemporaneo. Guarda con i loro stessi occhi. Ma già – nonostante la giovane età – maestro del cinema, ci restituisce la loro profonda visione esistenziale, spirituale, attraverso scorci, angoli, spigoli, tagli che squarciano l’orizzonte della coscienza, proprio come lo scorso secolo fecero in pittura i celebri tagli sulla tela di Lucio Fontana.

E’ soprattutto attraverso questo sconfinamento cine-poetico che Rue Garibaldi si mostra, si svela quale sinestesia, contaminazione ad alta sintesi stilistica di significati della nostra esistenza, altrimenti soffocati, offuscati da ogni altra settoriale, parziale lingua e vano tentativo di definizione. Dopo l’anteprima romana al Cinema Farnese Federico Francioni e il suo film inizieranno nel mese di maggio il loro Cine-Voyage nella sale di altre città italiane.

di Riccardo Tavani

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