The Sandman: uno specchio per l’Anima

Il grande filosofo idealista Friedrich W. J. von Schelling aveva in animo niente di meno che riorientare l’intero senso dell’estetica e della percezione umana dell’arte sulla terra.

Per Schelling, d’accordo su questo punto col suo fraterno amico Friedrich Hölderlin, la visione classica dell’arte come imitazione del vero, come copia di una copia della realtà, andava totalmente scardinata e rivoluzionata. L’Arte non è una copia, ma una manifestazione della vera realtà, un presentarsi alla coscienza umana di contenuti emanazioni degli archetipi fondativi dell’Universo: l’Arte per Schelling, e per tutto il movimento romantico, non è più una finzione verosimile, ma il compimento dell’amore che fonda l’universo che, manifestandosi nella Bellezza, esprime la sua Verità. Questa concezione schellinghiana dell’Arte continua a tornarmi in mente almeno a partire dal 2019, anno in cui è uscito il Joker di Todd Philips, con Joaquin Phoenix nei panni di Arthur Fleck. A partire da quel film si sono susseguiti tutta una serie di film o serie tv che sono stati capaci di far risuonare nelle anime degli spettatori contenuti che gridano dal profondo della nostra civiltà in crisi.

Film come Don’t Look up o il nuovo Batman, serie tv come Squid Game o Hellbound, sono manifestazioni artistiche capaci di connettersi al cuore oscuro del nostro tempo per esprimerne il dolore, il disagio, la crisi, e al contempo raccontarne le paradossali e inedite possibilità evolutive. The Sandman, serie tv Netflix uscita nei mesi scorsi creata da Neil Gaiman, David Goyer e Allan Heinberg, basata sull’omonimo fumetto cult degli anni 80-90, si inserisce a pieno in questa serie fortunata di produzioni artistiche speciali.

Protagonista degli 11 episodi apparsi su Netflix è il dio Morfeo, il dio del reame dei Sogni, e tuttavia la narrazione svela, a poco a poco, che i veri protagonisti dei racconti siamo noi, gli umani, i nostri ego, le nostre maschere, le nostre anime. Si può rinchiudere un Dio in una biglia di vetro a misura del nostro ego per soddisfare le sue piccole brame? E quali sono le conseguenze per tutta l’umanità? La morte è solo tremenda o può rivelarsi soave, gentile, bella e premurosa, capace di svelare il vero senso dell’esistere? E qual è questo senso? Solo un pugno di desideri ciechi oppure il Sogno che li anima e gli sta dietro? Domande cui la narrazione, episodio dopo episodio, ci costringe a dare una risposta, o almeno ad un ascolto profondo, portandoci come davanti a uno specchio dal quale riusciamo a intravedere i moti più interiori delle nostre anime.  

di Giacomo Fagiolini

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