ONU: troppi migranti morti nel Mediterraneo

Nel primo trimestre del 2023 ci sono stati circa 441 morti di migranti nel Mediterraneo. Colpevoli i ritardi dei soccorsi. Tre mesi drammatici in cui hanno perso la vita donne e bambini. I più esposti e i più fragili nelle traversate. Un anno letale il 2023. Lo hanno dichiarato le “Nazioni Unite registrando 441 vite perse nel tentativo di raggiungere l’Europa”. “La persistente crisi umanitaria nel Mediterraneo centrale è intollerabile. Con più di 20.000 morti registrati su questa rotta dal 2014, temo che queste morti si siano normalizzate” dichiara Antonio Vitorino, capo dell’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni delle Nazioni Unite (OIM). Una dichiarazione, quasi un atto di accusa ai governi europei.

“Durante il fine settimana di Pasqua, 3.000 migranti hanno raggiunto l’Italia, portando il numero totale di arrivi dall’inizio dell’anno a 31.192 persone” secondo l’OIM, che aggiunge “i ritardi nelle operazioni di ricerca e salvataggio sono stati un fattore determinante in almeno sei episodi dall’inizio dell’anno, causando la morte di almeno 127 delle 441 persone”.

Ma i dati dell’OIM sono ancora più drammatici, sia per un settimo mancato intervento di salvataggio costato la vita a circa 73 persone. Ma il Progetto Migranti Scomparsi dell’agenzia ONU sta indagando su diverse imbarcazioni scomparse, dove non c’è traccia si sopravvissuti, non ci sono relitti e non ci sono rapporti di ricerca in mare. A bordo di queste imbarcazioni fatiscenti, c’erano circa 300 migranti di cui si sono perse le tracce, sono scomparsi.

“Salvare vite in mare, dice Vitorino, è un obbligo legale per gli Stati” ma ad oggi manca un coordinamento attivo degli Stati per il soccorso in mare. È necessaria una politica di solidarietà condivisa che rimetta al centro dei soccorsi la “legge del mare” per ridurre le morti nel Mediterraneo e lungo le rotte migratorie.

Aurora Ercoli

 

 

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