Hitler, razzismo e body shaming. Bufera sui telecronisti Rai

Razzismo, sessismo e body shaming in onda sulla Rai. A essere protagonisti i telecronisti Lorenzo Leonarduzzi e Massimiliano Mazzucchi, denunciati da alcuni telespettatori che stavano assistendo alle gare di tuffi dei Mondiali di Nuoto, lo scorso 17 luglio. Nelle segnalazioni degli utenti emergono battute ricche di stereotipi e generalizzazioni, “Fuma bene, fuma sano, fuma pakistano”, e direttamente parole sessiste, come il dibattito sulle atlete olandesi: “Eh sono grosse”, dicono i telecronisti, “Come la nostra Vittorioso”. Per poi concludere: “Tanto a letto sono tutte alte uguali”.

Il body shaming, atto di bullismo e di razzismo che consiste nel denigrare il corpo di un’altra persona, colpisce oggi 9 adolescenti su 10. I dati sono di una ricerca realizzata da Skuola.net ed evidenziano come per 3 ragazzi su 10 sia praticamente quotidiano ricevere offese sul proprio aspetto fisico. A compierle sono i coetanei, il 60% delle volte, alcuni ragazzi più grandi (8%) o addirittura gli adulti (nel 20% dei casi).

Adulti come lo sono i due telecronisti della Rai, che non si sono fermati qui. “Questa si chiama Harper, è una suonatrice d’arpa. Come si suona l’arpa? La si…” “La si tocca?”. “La si pizzica”. “Si la do”. “È questo il vantaggio, gli uomini devono studiare sette note, le donne sono soltanto tre, Si La Do”. Frasi inaccettabili e assurde, che sono continuate al momento della gara dei due italiani Riccardo Giovannini e Eduard Timbretti Gugiu. Qui è ancora Leonarduzzi a giocare sugli stereotipi, dicendo: “Liccaldo, come direbbero i cinesi”. Lo stesso telecronista, 60 anni, in Rai da 30, nel 2018 era finito sui giornali per un post su Facebook, in cui augurava buon compleanno ad Adolf Hitler. Nel 2020, invece, era tornato a far parlare di sé con questa battuta sessista, a margine del secondo posto in una gara di rally del pilota estone Ott Tanak: “Mi hanno detto una battutaccia, mi vogliono far vincere cento euro se la dico… Donna nanak, tutta Tanak”. In quel caso arrivò la sospensione mentre adesso è già arrivata la notizia del loro rientro forzato dal Giappone. A riferirlo è stato l’Amministratore Delegato della Rai, Roberto Sergio: “Un giornalista del servizio pubblico non può giustificarsi relegando a una “battuta da bar” quanto andato in onda. Ho dato mandato agli uffici preposti di avviare la procedura di contestazione disciplinare e ho chiesto al direttore di Rai Sport Iacopo Volpi di far rientrare immediatamente il telecronista e il commentatore tecnico”.

“Una battuta”. Così si è giustificato, ai microfoni dell’Ansa, Lorenzo Leonarduzzi. “Il microfono era rimasto aperto per avere le indicazioni su quando si poteva tornare in onda e la cuffia era appoggiata sul tavolo, ma avevo avuto indicazioni che in onda c’era il tg e non era previsto che andassimo in onda su Rai Play 2”. Giustificazioni, non scuse. Nessuna presa di coscienza, nessun passo indietro, nessun riconoscimento. Anzi. Per questo meritano di essere citate le parole, affidate ad un Tweet, di un vero gigante del giornalismo sportivo e della Rai, l’ex telecronista Riccardo Cucchi: “Vorrei dire ai colleghi di RaiSport che rispettare il microfono significa rispettare i telespettatori. E soprattutto che sessismo e body shaming non possono far parte del bagaglio di un giornalista del servizio pubblico. Anche a microfono spento”.

Lamberto Rinaldi

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