Arrestato Paolo David, per voto di scambio politico mafioso

Claudio Caldarelli Direttore Responsabile

Lavoro e cibo in cambio di voti. Arrestato Paolo David, ex capogruppo di Messina del Pd, poi passato a Forza Italia, per voto di scambio politico mafioso. Raccoglieva voti anche per il suo capo corrente Fracantonio Genovese, deputato del Pd, arrestato sei mesi fa per lo scandalo della formazione professionale, passato poi in Forza Italia con circa dieci consiglieri comunali. Uno di questi era Paolo David, con lui, per concorso in associazione di stampo mafioso, è stato arrestato anche l’ex capogruppo del Pdl Giuseppe Capurro.
Le accuse partono dal 2012 e 2013, quando Paolo David, andava in giro per il quartiere Camaro promettendo, con il supporto di pregiudicati locali, soldi, cibo e assunzioni in ospedale in cambio di voti. Non un film del neorealismo italiano, ma scene di vita quotidiana nei quartieri del messinese, dove il voto vale una cena al ristorante, un pacco con olio e pasta, per i più fortunati il posto fisso. Ricatti da fame per gente povera che ha fame. Togliere il diritto del cittadino ad esercitare il mandato costituzionale del voto, in cambio di una drammatica necessità: pane e/o lavoro. La politica della corruzione e dello scambio che continua ad impoverire i poveri, arricchendo loro stessi. La malapolitica che non si vergogna della propria disonestà.
Doveva essere eletto al posto di David, in consiglio comunale, il primo dei non eletti della lista del Pd, Giovanni Cocivera, ginecologo dell’ospedale Papardo, ma è stato arrestato anche lui, tre giorni fa, per aborti clandestini, accusato di aver dirottato pazienti dall’ospedale al suo studio privato. Un atto vergognoso per un eletto in una lista erede della storia del Pci, dove le battaglie delle donne per l’autodeterminazione erano un punto irrinunciabile del sentirsi di sinistra. Anni di lotte contro i falsi obiettori di coscienza, che negli ospedali negavano il ricorso alla legge sulla interruzione della gravidanza, per poi esercitare clandestinamente negli studi privati.
La decapitazione del Pd messinese con l’arresto di Paolo David insieme ad altri 35 tra pregiudicati e mafiosi dei quartieri Camaro, San Paolo e Santa Lucia, fa emergere con chiarezza il connubio politico-mafioso e il voto di scambio, come strumento per occupare illegalmente gli spazi di democrazia e gestire le pubbliche amministrazioni. Un sistema diffuso che intreccia interessi diversi, Paolo David, era consigliere da tre mandati, nei primi anni ’90 era nell’elenco della loggia massonica “Minolfi” insieme ad alcuni presunti esponenti di Gladio, delle Forze Armate, dei Carabinieri, e della borghesia messinese. Era il direttore dell’agenzia della Banca Popolare di Belpasso, ritenuta dalla Guardia di Finanza lo sportello della famiglia mafiosa dei Pulvirenti. Intrecci che fondono interessi economici, politici e finanziari con la mafia e Cosa Nostra.

di Claudio Caldarelli

Print Friendly, PDF & Email