Il paese che voleva essere speciale

Il sindaco di Roma, Virginia Raggi, ha confermato di voler ritirare il consenso a candidare la città alle Olimpiadi 2024.

Ora, per l’ennesima volta la politica ha dimostrato come sia difficile avere un dibattito civile e autentico in Italia. Spesso l’appartenenza politica assomiglia  più alla fede calcistica. In ogni modo, nessuno probabilmente ha una risposta certa sull’effettivo impatto di ospitare un olimpiade, anche se molti studi dimostrano come spesso i costi reali aumentino notevolmente rispetto alle previsioni iniziali. La questione coinvolge troppi fattori. Ma, forse, si dovrebbe valutare tutto da un’altra angolatura.

Qualche giorno fa, Renzi ha nuovamente ribadito l’intenzione di costruire il ponte sullo stretto. Allora è chiaro come – nella migliore delle ipotesi – la politica non riesca a capire quali siano i problemi veri dell’Italia. Siamo il paese in cui la mafia è, secondo alcune stime, la prima azienda per fatturato; la corruzione porta via miliardi e miliardi di risorse pubbliche. Persino per una visita in ospedale occorre pagare un extra se non si vuole morire di attesa; l’evasione fiscale ha raggiunto, in base ai calcoli dell’Istat, l’ammontare di circa 200 miliardi, quasi il 13% del Pil. Nonostante tutto questo e tanto altro, si continua a discutere di grandi opere e eventi straordinari.

Basta, però, mettere piede fuori dai confini. Se spesso l’Italia diventa oggetto di scherno all’estero non è perché non abbiamo il ponte sullo stretto.

Forse, è impossibile trovare un altro paese nel mondo che, non dico eguagli, ma perfino renda l’idea della varietà di bellezza che abbiamo in Italia. Quello che manca, invece, è proprio un po’ di normalità. Avere trasporti efficienti, città pulite, periferie vivibili, questa davvero sarebbe una rivoluzione. Eppure a non averlo capito non è di certo solo la politica, ma la maggior parte degli italiani.

di Pierfrancesco Zinilli

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