Istigazione all’anoressia: l’allarme dei blog “pro-Ana”

Propositi per l’anno nuovo? Diventare anoressica. Forse un messaggio estremo, ma in fondo era (ed è) questo il fine di tante, troppe ragazze che – deviate da immagini di perfezione assoluta veicolate dai media, prese in giro da compagni di classe assuefatti da questa stessa inesistente perfezione – fanno del loro obiettivo giornaliero quello di non mangiare. O di vomitare quello che sono costrette a ingerire. Anoressia e bulimia sono tra le piaghe della moderna società occidentale, e sempre più la precarietà di una generazione incontra i disturbi alimentari. Ma stavolta il dramma non è stato solo un dialogo tra la modella irraggiungibile e l’adolescente sovrappeso: è venuto fuori un sostrato di vergognosi siti che inneggiano all’anoressia. I blog “pro-Ana”.

“Ana” è una presunta divinità modello per il fisico che si vorrebbe raggiungere e le cui adepte trovano conforto tra loro quando si tratta di trovare la forza per digiunare. La punta di un iceberg venuta fuori grazie ad una madre che non sapeva spiegarsi il continuo calo di peso della figlia, per poi scoprire che la ragazza frequentava un blog “pro-anoressia”. Consigli su cosa mangiare, in che quantità, e su quando vomitare. Grazie all’indagine scattata in seguito alla denuncia, è stata scovata la proprietaria del blog, diciannovenne di Ivrea, e oscurato il sito che univa decine di adolescenti. Ma i siti, o peggio, le chat di Whatsapp e i gruppi Facebook che “aiutano” le ragazze che vogliono dimagrire sono troppi, ed è impossibile scovarli tutti. Inoltre, chiuderli non fermerebbe un problema che per colpa del social si è ingigantito, è vero, ma che nella cultura di una perfezione irraggiungibile trova linfa per sopravvivere. Le ragazze malate di anoressia e bulimia sono vittime – ed è vergognoso doverlo scrivere ancora, ma evidentemente la nostra società è indietro di decenni riguardo i problemi dell’alimentazione – di messaggi sbagliati che sono praticamente ovunque.

Sono ragazzine di dodici, tredici anni che vivono la loro fase evolutiva percependo come modello gli angeli di Victoria’s Secret. Che seguono sui social blogger e modelle che scattano foto insieme a cibi che non mangeranno mai. Tutto ciò, anche se non direttamente, crea e impone un modello che è difficile non percepire come vincente: ed è obbligo non solo delle famiglie, che spesso con questi ragazzi parlano poco, ma della scuola, delle istituzioni in generale, prendere davvero un impegno perché le nostre ragazze siano in grado di associare il “vero” bello al sano.

di Giusy Patera

Print Friendly, PDF & Email