L’amore non muore

LucaCi sono amori che non muoiono anche ove ci sono amanti che non possono più viversi.

E’ la storia di uno dei tanti migranti annegato in mare, a ricordarcelo. E’ la storia di Samir, annegato nella traversata dalla Libia.

La pietà dell’onda, però, non ha sepolto il suo corpo. Il mare sapeva – il cielo voleva – che Samir, da morto, potesse pronunciare parole immortali

Le parole d’amore di Samir vivono in un plico che il suo cadavere recava legato al collo. Sono scritte per una ‘lei’ che – forse – un giorno le leggerà. Oppure, mai. Anche per questo sono parole scritte e indirizzate a ciascuno di noi.

«Mio adorato amore, dopo mesi e giorni di viaggio sono arrivato in Libia. Domani mi imbarco. Che Allah mi protegga. Quello che ho fatto, l’ho fatto per sopravvivere. Se mi salverò, ti prometto che farò tutto quello che mi è possibile per trovare un lavoro e farti venire in Europa da me».

Samir ha affrontato il viaggio in mare e la ferocia di un destino sordo come i suoi scafisti e le burocrazie occidentali, forte solo del suo amore. Ha scritto quella che certo sperava non fosse l’ultima lettera e, per precauzione, se l’è legata al collo come un talismano.

Quella lettera che pure non ha salvato la vita di Samir – lasciato annegare da clandestino – ha reso immortale il suo amore. E l’amore che non muore, l’amore che resiste e si impone alle logiche e alle convenzioni del mondo, è il gesto ‘politico’ più dirompente e radicale che ci resta.

Open the border’ grida l’umanità assediata dalla guerra e dalla fame. Il vero amore, quello con cui siamo chiamati a servire il prossimo, non conosce le ristrettezze dei confini.

Morire con una lettera d’amore al collo somiglia molto a morire su una croce per amore, e per amore di verità. Del resto, Samir – povero Cristo – già trionfa con il Signore dell’Amore e con lui ,ora, dal cielo già tuona Libertà e Giustizia.

di Luca De Risi