Omicidio Manca: vogliamo la verità

A metà agosto, sono state depositate le motivazioni della sentenza con cui, il giudice, ha condannato la presunta spacciatrice Monica Mileti a cinque anni e quattro mesi di carcere. Il caso è risolto, per la magistratura Attilio Manca era un tossicodipendente che un sera ha sbagliato dose.
Scrive Antonio Ingroia, avvocato di parte civile della famiglia di Attilio:”…così nella magistratura che ama il quieto vivere ed una carriera garantita si è affermata la triste prassi di evitare soluzioni pericolose. Un caso emblematico è quello di Attilio Manca. Un caso scomodo, perchè tocca il nervo scoperto della trattativa Stato-mafia, con la lunga scia di sangue che si è lasciata dietro. Riassumo brevemente la vicenda: Attilio Manca, un giovane medico siciliano, urologo molto apprezzato in servizio all’ospedale di Viterbo, venne trovato morto in casa sua il 12 febbraio 2004, col volto tumefatto, il setto nasale deviato, e due buchi nel braccio,sinistro. Con una fretta immotivata, senza nemmeno considerare evidenze e contraffazioni clamorose, la procura di Viterbo decise trattarsi di morte per overdose e chiese l’archiviazione. Ricostruzione condivisa dalla giucice Silvia Mattei, che ha depositato qualche gikrno fa le mltivazioni della sentenza”.
Tutti sanno che Attilio era mancino, quindi se si bucava, i buchi si dovevano trovare sul braccio destro e non su quello sinistro. Poi c’è il mistero delle siringhe e dei tappi salva ago che erano senza impronte, e rimessi al loro posto. Ci sono le foto, inequivocabili, del corpo senza vita, rinvenuto a letto con i segni evidenti di una violenta aggressione. Poi ci sono le testimonianze dei colleghi che affermano che Attilio non assumeva droghe e più di tutte ci sono le dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia, che hanno,detto di aver saputo di un progetto per uccidere Manca al quale avrebbero compartecipato uomini di Cosa Nostra e dei “ servizi segreti deviati”.

Troppi elementi sono stati ignorati, molti errori investigativi, insabbiamenti e manomissioni di prove, che ci viene da pensare che si vuole nascondere la verità. Attilio Manca non era un tossico, continueremo a scriverlo, nonostante la sentenza. Attilio Manca non era un drogato, contiueremo a cercare la verità, per senso di giustizia, per etica di giornalisti, e perchè ci siamo impegnati con la famiglia di Attilio, la sua mamma Angela e suo fratello Gianluca.

“ Una verità troppo scomoda. Un omicidio di mafia e di Stato legato a doppio filo alla latitanza di Provenzano e in particolare all’intervento chirurgico alla prostata cui il boss si sottopose a Marsiglia nell’autunno 2003. Un omicidio da inquadrare nell’ambito della tragica trattativa Stato-mafia: Manca ucciso perchè diventato scomodo testimone di un pezzo del mosaico dell’indicibile accordo fra mavia e Stato, responsabili della copertura di Provenzano. Ma ceertificare questa verità in un aula giudiziaria non aiuterebbe certo a fare carriera e anzi porterebbe solo rogne. Meglio evitare”.

di Claudio Caldarelli

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