Una cura della memoria per la tutor di Regeni

“E’ vero che le regalò il libro Gomorra ?”. “Non ricordo”. Quello che più colpisce della professoressa di Cambridge Maha Abdel Rahman è che Giulio Regeni, studente da lei inviato in Egitto per una ricerca partecipata e lì torturato e ucciso, per lei era solo uno dei tanti. Lui le regalò il libro di Saviano e lei non se lo ricorda. Certo non si può condannare nessuno per mancanza d’umanità ma evidentemente è troppo forte l’impulso di proteggere se stessa. Da cosa ? Dall’accusa di averlo mandato allo sbaraglio, se non peggio, con diecimila sterline in tasca da dare al capo del sindacato ambulante che poi lo avrebbe tradito vendendolo ai servizi segreti del Cairo. Sono stati tanti i “non ricordo” della Rahman durante l’interrogatorio della polizia inglese condotto su richiesta dei pm italiani e tenutosi mercoledì 10 gennaio. La sua abitazione è stata perquisita e le sono stati sequestrati PC, telefonini e chiavette USB. Per la giustizia è ancora una testimone, ma è come minimo una testimone reticente. Fu lei a suggerire a Giulio che il sindacato degli ambulanti guidato da Mohammed Abdallah partecipasse all’assegnazione del fondo messo a disposizione dalla fondazione Antipode, assegnazione che non ci fu perchè il giovane aveva capito che Abdallah quei soldi voleva usarli per ragioni personali. Lei ha detto che non ricorda perchè gli diede quel suggerimento. Non solo. Ha negato anche di essere stata lei a commissionare quella ricerca a Giulio e di non aver mai ricevuto da quest’ultimo i primi risultati del suo lavoro durante un incontro tra i due svoltosi nella capitale egiziana pochi giorni prima che il giovane scomparisse nel nulla, inghiottito dal tunnel d’ingresso di una stazione della metro a pochi passi da piazza Tahrir.
di Valerio Di Marco

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