Venezuela, la maledizione del petrolio

La tragedia di un paese allo stremo delle forze a causa dell’oro nero, spunti di riflessione grazie all’opera realizzata da Emiliano Sacchetti.

Un documentario scritto e diretto da Emiliano Sacchetti, basato su fatti storici, racconti in prima persona, considerazioni personali degli intervistati ed immagini di repertorio esaurienti quanto drammatiche, ci accompagna attraverso le vicende del Venezuela, stupendo paese del Sud America tanto bello quanto sfortunato. Da sempre succube delle mire della vicina America, il Venezuela non è mai riuscito a raggiungere quella stabilità economica e quella ricchezza che gli spetterebbero, essendo uno tra i più grandi produttori di greggio al mondo.

Il documentario ci fa entrare dentro ai meccanismi che fin dagli anni ‘60, tra alti e bassi, hanno costretto il paese all’impossibilità di rimanere libero da debiti, prestiti miliardari, ricatti politici e sudditanza ideologica. L’Alto commissariato dell’Onu per i rifugiati stima che nel 2022 il flusso migratorio dal Venezuela supererà quello siriano, un dato questo che dovrebbe far riflettere e far puntare un riflettore sulle condizioni politico economiche che hanno reso il Venezuela un paese invivibile, ma che invece resta sconosciuto all’opinione pubblica.

Interessanti i risvolti che il regista ci racconta con immagini di una realtà indescrivibile, fatta non solo di favelas, di fame e di precarietà, ma soprattutto di piani paralleli e strategie mirate di grandi potenze quali America, Russia, Cina, atte a manipolare politicamente una popolazione e ridurre alla fame un popolo intero che ha il solo malaugurato e sfortunato problema: quello di essere geograficamente posizionato troppo vicino all’America.

Essere ricchi di petrolio e non essere filoamericani non è ammissibile con quelle coordinate geografiche dove, inoltre, avere un credo politico socialista, non è mai stato ben visto. Chavez ha ideologicamente desiderato la ricchezza spalmata su tutta la popolazione, ma per fare questo, si è mortalmente indebitato. Oggi i suoi due presidenti in contemporanea, in totale antitesi fra di loro, Maduro (successore e braccio destro di Chavez) e Guaidò autonominatosi presidente per contrastare la mancanza di democrazia dopo ridicole elezioni farlocche, non riescono a gestire il paese allo stremo delle forze. Non sarà facile uscire da questa impasse, il cappio si stringe sempre di più intorno al povero collo dei venezuelani.

Trump li ha minacciati durante tutto il suo mandato per essersi avvicinati troppo ai paesi comunisti che allo stesso tempo, grazie ai loro prestiti miliardari, tengono sotto scacco l’intera nazione senza soluzione di continuità. Purtroppo, il motivo di essere un paese ideologicamente di sinistra (la cosiddetta troika della tirannia, ovvero, Cuba, Nicaragua e Venezuela) ha condotto in questi ultimi anni il Venezuela a subire sanzioni da parte americana che lo hanno mortalmente affondato. La situazione è allo sbando, diritti basilari violati, disoccupazione, licenziamenti, mancanza di beni di prima necessità spingono almeno 35.000 persone al giorno a passare i confini colombiani alla ricerca di una vita migliore.  Oggi Maduro si dichiara pronto al dialogo con Guaidò, con la mediazione dell’Unione Europea e del governo della Norvegia: vedremo se questo porterà dei frutti e delle soluzioni che renderanno meno drammatica la situazione del popolo venezuelano.

Nel documentario, la storia di come sono andati i fatti nel passato, è ben raccontata e fila in modo interessante ed intelligente, ricca di contributi reali, interviste, filmati d’epoca originali. Precisi e fruibili i commenti di Luisa Ortega Diaz (procuratrice generale costretta ad emigrare in Colombia) e di Pino Arlacchi (ex sottosegretario generale alle Nazioni Unite) che tentano con estrema semplicità di fornire le spiegazioni del motivo per cui il popolo, a tutt’oggi, vive in totale povertà. Una ricchezza tale in mano ad un paese che non è mai stato in grado di gestirla da solo, è la vera maledizione del Venezuela.

Ottimo il lavoro di Emiliano Sacchetti, che si è caricato del peso di raccogliere le scomode esternazioni della gente stremata che sta vivendo la tragedia, accompagnandole alle drammatiche immagini di questo paese disgraziato, di cui veramente troppo poco si parla nel resto del mondo.

di Tommasina Guadagnuolo

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