Cari ricchi…

Franco Arminio, poeta, scrittore, documentarista e “paesologo” ha scritto una lettera ai ricchi, pubblicata sul Fatto Quotidiano del 24 novembre 2021, ne riproponiamo ampi stralci, in un momento difficile non solo per i poveri, ma per l’umanità intera. Ciò che accade al confine tra Bielorussia e Polonia è devastante, è disumano. Come è disumana la povertà che uccide ogni giorno milioni di persone, rendendo schiavi coloro che sopravvivono.

“Cari ricchi,

il mondo sta finendo o è già finito non per colpa dell’uomo in generale ma per colpa vostra…” una considerazione talmente vera da sembrare irreale. “…ora avete abilmente nascosto le vostre colpe al punto che i poveri votano per voi. Avete portato i poveri a pensare che il loro nemico è quello più povero di loro: il povero arriva con il gommone e non con il Mercedes. Una volta in Occidente, e specialmente in Italia, c’erano partiti, persone, sindacati, c’erano tanti occhi che guardavano i vostri imbrogli e li denunciavano. Ma da un certo punto in poi, più o meno dai tempi di Tony Blair, avete vinto, non avete più trovato resistenze perché avete convinto quasi tutti che le ingiustizie sociali sono un problema trascurabile, il cuore di tutto è la crescita più che il dolore. Il punto è che quando si parla di crescita si omette di dire che a crescere è solo il vostro conto in banca…”

Le politiche economiche e finanziarie di qualsiasi paese occidentale, toglie hai poveri per dare hai ricchi. Genera disuguaglianza, fame, guerra, violenza, dolore. Ma il dolore non è “roba” da ricchi. Il dolore sono i figli che muoiono di fame. Il dolore sono i bambini che muoiono di freddo al confine polacco. Il dolore lo ha preso in braccio Papa Francesco nell’isola di Lesbo, lo ha accarezzato, lo ha stretto ha se, per condividerlo con noi che crediamo e vogliamo essere fratelli di tutti.

“ Cari ricchi…siete stati bravi, avete condotto la vostra lotta di classe e l’avete vinta con l’appoggio di chi vi dovrebbe combattere. Se la ricchezza non è male  in quanto tale, neppure si può dire che sia bene in quanto tale. Ma veniamo ai giorni nostri, veniamo alla vis tecnocratica che ora va di moda nelle nostre democrazie: quello che sta accadendo in questi giorni in Polonia dovrebbe aprire gli occhi su quello che è diventata l’Europa e su quello che intendiamo adesso per democrazia. Lo so che ragionare in questo modo non crea consenso, sembra di parlare da una gabbia del novecento, mentre voi ormai volate liberi e incontrastati nel cielo del nuovo secolo e vi inventate la transizione ecologica, date perfino l’idea che volete occuparvi dei destini del pianeta. Il punto è che molti di voi sono in buona fede, la ricchezza si è fusa con l’ignoranza, ora arrivate a pensare davvero di essere voi gli eroi del mondo, a voi spetta il compito di salvarlo questo mondo. Ma non andrà sempre così. A un certo punto avrete contestazioni più oneste e più convinte di quelle che avete adesso. C’è solo da sperare che quando i vostri inganni saranno pienamente svelati ci sarà ancora tempo di stare al mondo in letizia e in amicizia…” e saranno svelati gli inganni di voi ricchi. Le guerre che dichiarate con i vostri inganni, le violenze che coprite con le false lotte ai terrorismi di cui siete gli artefici, verrano svelate, non ci saranno alibi per le vostre nefandezze. Ma per adesso ancora vincete con gli inganni.

“Cari ricchi…voi avete portato nel mondo da tempo la terza guerra mondiale, ma non più tra gli Stati, la guerra ora è tra le persone. La guerra non si fa più con le bombe, le bombe se mai le usano i poveri, ora il vostro cannone si chiama crescita, si chiama consumi, si chiama progresso. Pasolini lo aveva ben capito e lo hanno capito in tanti anche adesso, ma ora chi parla deve confrontarsi con chiasso, non c’è bisogno che sia zittito, ogni contestazione è resa inerme dal diluvio in corso, un diluvio di gesti e di parole che nasconde la grande paralisi del mondo. Si, questo mondo paralitico, cambia un’epoca ogni giorno, ma a muoversi sono solo le ombre, è la danza dell’irreale, mentre la realtà è ferma, è in necrosi.

Cari ricchi, pentitevi, perché la vostra ricchezza non solo fa male al mondo ma anche a voi stessi. Siete molto malati, abbiate il coraggio di dirlo a chi vi guarda, a chi vorrebbe diventare come voi. Oggi, curiosamente, la rivoluzione può cominciare togliendo le barricate che avete costruito, abbassando la polvere che alzate in continuazione per impedire al chiarore di farci vedere come stanno le cose. Sappiatelo, il chiarore non è morto. E prima o poi verrà un tempo limpido e sarà un bene per tutti, anche per voi”.

Sarà un bene anche per voi, per entrare nel regno dei cieli, da cui, altrimenti, sareste condannati a restarne fuori e vagare come anime in pena nei gironi dell’ inferno.

di Claudio Caldarelli

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