LIBERARE MARIA DALLE MAFIE

silviaForse non sapevate che esiste un dipartimento di analisi, studio e monitoraggio dei fenomeni criminali e mafiosi chiamato OsPTI (Osservatorio per le Policy Transdisciplinari Internazionali) che ha sede nella Pontificia Accademia Mariana Internationalis e che si occupa di analizzare a fondo come alcune manifestazioni legate al culto della Madonna siano legate a doppio filo con alcune organizzazioni mafiose. Anche nella facoltà di Teologia dell’Università Antonianum, nella facoltà di Mariologia nello specifico, si tratta a livello scientifico un tema delicato all’interno di una realtà accademica e formativa che studia e approfondisce i tanti temi legati alla Pastorale mariana e in generale alla Vergine Maria. In questo dipartimento, l’OsPTI, vengono approfondite le diverse dimensioni delle espressioni devozionali le quali, purtroppo, troppo spesso in Italia particolarmente nel meridione, sono collegate alle organizzazioni mafiose e criminali, per questo motivo, sono stati individuati alcuni aspetti, i quali vengono studiati dall’Osservatorio che ne analizza i vari collegamenti con il simbolismo mafioso.

Si tratta di una realtà delicata e difficile da trattare proprio perché si trovano su un confine delicato e molto difficile da individuare per non confondersi e dare errati giudizi con quelle che invece sono le tante iniziative e dimostrazioni di vero affetto per Maria da parte dei fedeli. Ovviamente è chiaro che quelli che vengono analizzati in questo osservatorio, sono specificatamente i fenomeni legati alla cultura mafiosa, mentre vanno escluse da queste analisi ben localizzate, tutte le altre manifestazioni di culto sano e ben accetto dalla Chiesa, che sono dimostrazione di vera adorazione e verace espressione di amore per la Madonna che in ogni luogo ed in ogni tempo hanno mantenuto una giusta continuità nella dottrina, nella preghiera e nella devozione per questa santa figura. In Italia e nel mondo ci sono centinaia di piccole associazioni legate al nome di Maria, la maggior parte delle quali libere da collegamenti con le organizzazioni criminali, ma dobbiamo però ribadire che la complessità della realtà a cui si deve fare fronte, esige una osservazione specifica, mirata a capire quali manifestazioni sono in mano alle organizzazioni mafiose e quali invece no.

Oramai siamo di casa nelle vite e nelle storie delle varie famiglie mafiose, seduti sul nostro divano davanti alla tv, il nostro immaginario è pieno di boss che baciano in continuazione il rosario che portano al collo, conosciamo i vari personaggi, i capi banda, i sicari, i pentiti, li chiamiamo per nome, conosciamo le loro motivazioni, i loro rituali, le loro leggi e ci stupiamo di quanto potere abbiano all’interno della nostra società.

Una volta finito lo sceneggiato televisivo, ci rendiamo conto di come questo fenomeno non sia solo una fiction ma purtroppo, una tremenda realtà del nostro paese, il pericolo delle infiltrazioni mafiosa in ogni campo vitale e sociale, ci viene anche ribadito dalle cronache quotidiane e dai telegiornali che ogni giorno ci ricordano le loro pesanti influenze in campo politico, economico, commerciale, industriale e legale.

Le forze di polizia, la magistratura, lo Stato e la Chiesa in comune accordo hanno finalmente deciso di collaborare fra di loro per far fronte a questo fenomeno, nel tentativo di sbloccare la situazione. Non solo Papa Francesco invoca la liberazione di Maria dalle mani della camorra, della ndrangheta, della mafia, ma tutta la Chiesa ha la speranza di raggiungere una realtà pacifica e civile in ogni manifestazione del vivere civile, non solo religiosa ma anche sociale, allo stesso tempo, anche nel mondo laico vi è un desiderio di liberazione da quelle tossiche subculture mafiose che con le loro regole e con i loro simbolismi inquinano la società, ecco il motivo per cui è richiesta la collaborazione di tutti per sciogliere i nodi di una antica cultura mafiosa che ha legato alla malavita la figura di Maria, il frutto più eccelso della redenzione, cara ad ogni cristiano.

Una relazione tossica e fuorviante che ha antica origine dal passato, quando forse la protezione della Madonna veniva invocata non solo per la buona riuscita di qualche progetto di vita, di una nascita, di una guarigione, di un desiderio, bensì, anche per una azione malavitosa e criminale. La storia ci rivela come queste organizzazioni alternative siano da sempre dotate di grande potere territoriale e sociale che si contrappone a quello statale, oggi sappiamo come queste subculture siano diffuse e radicate e come spesso abbiano i loro centri di controllo che gravitano intorno ad un santuario, abbiamo fatto esperienza di come la paura costringe all’omertà dei cittadini, come i boss siano attenti a controllare i rituali, le processioni, i funerali, facendo sentire la propria potente pressione sugli indifesi parroci locali, che spesso soccombono senza speranza, se non addirittura venire ammazzati perché preti scomodi che si oppongono a questa dittatura mafiosa.

Grazie ai film ed agli sceneggiati televisivi che ci riportano usi e costumi di boss e di criminali appartenenti a queste organizzazioni, conosciamo le loro rigide regole, le loro case, le loro usanze, i modi di dire e i loro modi di ragionare e ci permettono di avvicinarci forse alla reale condizione delle loro vite, grazie a tanta letteratura che ne ha parlato,  abbiamo imparato a conoscerli meglio, sono numerosi i libri ed i racconti che ce li descrivono con il loro rosario al collo, mentre baciano la medaglietta della Madonna per ringraziarla della sua protezione mentre magari stanno commettendo un reato.

Papa Francesco ha perentoriamente fatto un appello a tutto il popolo di Dio, in quanto ogni fedele ha, nel suo ministero battesimale, la possibilità di ribellarsi a questa intromissione mafiosa nel culto di Maria. Ricordiamoci dunque che liberare Maria dalle mafie, in realtà, è il compito di ogni fedele che crede nella religione cattolica in quanto incaricato di trasmettere il giusto messaggio e la giusta dottrina, ma ricordiamoci anche che comunque, il Papa si rivolge ad ogni libero cittadino che, battezzato o no, si senta assoggettato ad una cultura mafiosa che non riconosce come sua e che vuole combattere in modo legale e non violento, nessuno escluso.

di Silvia Amadio

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