Il non senso della guerra

Invadendo l’Ucraina Putin ha scatenato un conflitto ad altissimo rischio che può degenerare, subire un’escalation che fa presagire scenari apocalittici.

Un’altra guerra è scoppiata nel mondo, in Europa questa volta.

Stiamo vedendo, ancora una volta, sui nostri schermi le immagini delle deflagrazioni, dei combattimenti, la guerra in diretta.

Si aprono dibatti sulle ragioni, sugli esiti, sulle strategie. I vari esperti, già noti e “nuovi”, spiegano i motivi, gli sbocchi possibili.

Mostrano le cartine geografiche con i vari stati di colore diverso, le frecce che indicano da dove e verso dove si muovono gli eserciti, ipotizzano obiettivi.

Sembra una partita di Risiko.

Invece stanno realmente sparando e sganciando bombe che fanno morti e feriti veri, che distruggono le abitazioni dove la gente sta cercando disperatamente di vivere nonostante tutto.

Fa impressione e genera angoscia vedere case distrutte con la biancheria stesa ad asciugare su ciò che rimane dei balconi o fuori dalle finestre e le esplosioni dei razzi e la gente, la popolazione, quella porzione di umanità, che cerca di continuare a vivere a dispetto della guerra e sperare che finisca. Subito.

Ci riempie di gioia vedere il “cattolicissimo” governo polacco accogliere i profughi ucraini.

Non si può però evitare di provare rabbia pensando che nel Novembre 2021 (sono passati quattro mesi) lo stesso governo faceva costruire un “muro” di filo spinato dentro una foresta presidiato dall’esercito per respingere, armi in pugno, i profughi da altre guerre come curdi, siriani, yemeniti. Non sono esseri umani anche loro?

Nonostante la quantità di informazioni che ci piovono addosso, lanciate e ripetute ossessivamente dal circo mediatico che ogni giorno riparte, vere o false che siano, è difficile capire quel che è avvenuto e perché, farsene una ragione.

Ma è possibile?

Non è importante e non interessa stabilire se ci sono ragioni o torti.

Quando ci si ammazza questo non conta più.

Contano solo le persone che muoiono. Le lunghe code di uomini, donne, bambini, anziani, disabili che fuggono dalle loro abitazioni recando con sé quel poco che possono, che stanno perdendo tutto, che vanno ad ingrossare le fila di altri disperati che fuggono dalle tante, troppe, altre guerre in altre parti del mondo.

Non so se finirà presto, lo spero.

So però con certezza chi pagherà, chi sta già pagando, il prezzo economico e umano e subirà, sta già subendo, materialmente, le conseguenze del conflitto. Chi cercherà disperatamente cibo e un rifugio sicuro per se per i propri figli per i propri anziani, nel caos che sempre producono le guerre.

Ancora una volta, come sempre nel passato più e meno recente, pagheranno, stanno già pagando, i poveri, i disperati, chi ha poco o nulla, chi certamente la guerra non la vuole.

Dopo duemila anni di cristianesimo, una civiltà, che in esso riconosce uno dei suoi fondamentali, sta contraddicendo l’essenza della sua dottrina, la vera rivoluzionaria innovazione che aveva introdotto: AMA IL TUO NEMICO.

Quando riusciremo a vivere in un mondo dove questa parte del messaggio di Cristo sia diventata insensata perché non ci sarà più, finalmente, un nemico da amare ma solo un prossimo. Chiunque esso sia.

di Corrado Venti

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