Bella gente, qui, al Sebastiani sul Terminillo

“Capivo che la montagna non è solo olografia e luoghi comuni: elevazione, purezza, valore. È dura, ma richiede solo di essere amata”. Una citazione di Pierre Mazeaud, alpinista francese.

Una citazione che voglio donare alla “bella gente” che gestisce, da poche settimane, il rifugio Sebastiani sul Terminillo: Michela, Ilaria e Emanuele. Bella gente, che ama la montagna per come è, sono parte integrante di quel paesaggio innevato che è il loro paesaggio dell’anima. “Io non voglio conquistare i monti, voglio avvicinarmi a loro con umiltà, gratitudine è amore” questo, sembra di sentire appena varchi la soglia del rifugio, un sospiro di calore che trasmette affetto e ti senti accolto, ti senti “fratello”, si loro sono “fratelli tutti” come l’enciclica di Papa Francesco che accoglie tutti e li conforta. Così Emanuele, con la voce calda, la barba incolta e la faccia buona, ti sorride e ti dice come si chiama. Poi incontro Michela, capelli neri, vestita di nero, un contrasto con il biancore della neve intorno, sembra una foto di Salgado, mi stringe la mano con vigore e trasmette energia. Bella gente qui al Sebastiani sul Terminillo.

Seduti al tavolo, beviamo una birra mangiando un panino con formaggio e salame, mentre parliamo di distillati con Emanuele, quando passa Michela, con un piatto di patate al forno, profumatissime. La guardiamo, ci guarda e sorride, poi dice sono per me. Mentre lo dice si avvicina al tavolo e posa il piatto di patate. Un dono. Una comunione. Una condivisione fatta di un gesto semplice, umile, un gesto d’amore del donare. Bella gente, qui al Sebastiani sul Terminillo. Giro lo sguardo, vicino al fuoco del camino, una ragazza giovane, capelli corti, occhi vispi e un viso allegro. Ciao, sono Ilaria. Ciao Ilaria, che piacere conoscerti. Ci sorride, parliamo un po’, abbiamo conoscenze in comune. Conosciamo Caterina, la mia direttrice del coro dove canto, e mamma della sua amica Bea.

Bella gente, qui, al Sebastiani sul Terminillo che sembra dire quando entri: la missione più alta è più complicata per ciascuno di noi è la conoscenza di sé, è da sempre la natura, specie la montagna, offre l’occasione e lo scenario ideale per il più appassionante dei viaggi verso, o al contrario, lontano da se stessi. L’itinerario fisico, verso la vetta del Terminillo, accompagna e rispecchia l’affascinante cammino interiore di scoperta, per raggiungere la completezza della maturità. La bella gente, qui, al Sebastiani sul Terminillo, è parte integrante di questo cammino e quando lo scopri, scopri la parte più bella di te.

Anche quando è un percorso tortuoso, in salita, al freddo o mentre nevica, ti vien da pensare alla bella gente del Sebastiani, qui, sul Terminillo, pensi alla foto di Salgado, in bianco e nero, che ritrae il sorriso di Michela, oppure nella avventurosa scalata spirituale verso la vetta, immerso nel bagliore del bianco, torna a farti compagnia lo sguardo acceso di Ilaria che indossa il camice, bianco della chef.

Emerge con nitidezza lo spirito con cui le giovani donne del Sebastiani affrontano la sfida di essere qui, sul Terminillo, per accoglierti nella bellezza dei monti che ti circondano.

L’atmosfera che si vive e si respira in questo rifugio, è anche la magia che Emanuele riesce a trasmettere solo nel suo modo calmo e intenso di comunicare. Le emozioni che più contano, qui, tra la bella gente del Sebastiani sul Terminillo, sono date dall’incanto della scoperta delle persone di diverse culture che si incontrano in questo rifugio. Per me, aver incontrato la bella gente: Michela, Ilaria e Emanuele, è stato una parte dell’incantamento che la montagna mi regala ogni volta.

“La mia vita pareva essere strettamente legata a queste forme naturali: era dalla montagna che traevo i miei insegnamenti, le mie sorgenti, le mie forze, i miei passi. Perché i monti possono rappresentare anche questo: il fuori di ciò che ognuno ha dentro di sé”.

Claudio Caldarelli 

 

 

 

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