Muore Gianroberto Casaleggio: il movimento deve dimostrare di saper camminare da solo
Lo scorso martedì, 12 aprile, è venuto a mancare Gianroberto Casaleggio, il creatore e ideologo del Movimento 5 stelle, all’età di 61 anni, a causa di un male incurabile.
Una persona con grandi obbiettivi, sogni e prospettive per questo Paese. Aveva fiducia sul fatto che qualcosa potesse, prima o poi, cambiare, e che il marcio di questo Paese potesse essere spazzato via.
Tutti hanno, da subito, iniziato a domandarsi, crollerà il movimento? Reggerà senza un leader dello spessore di Casaleggio? Chi, dopo di lui, riuscirà a tenere saldo il movimento al fianco del co-fondatore Beppe Grillo?
C’è chi ipotizza dei nomi, chi dice che il movimento non reggerà alla morte di Casaleggio, chi pensa che il movimento abbia bisogno costante di un punto di riferimento.
Se il movimento continuerà ad essere come si è sempre definito, un movimento che ha l’onestà, la trasparenza, la legalità, come riferimenti primari, ottenendo anche dei risultati importanti, vorrà dire che Casaleggio ha saputo trasmettere la sua idea. Sono tanti nel movimento che lavorano con impegno per costruire fondamenta solide. Ora è il momento di dimostrare di essere una vera forza politica di cambiamento. Vedremo se ancora si continuerà ad associare il nome “grillini” agli esponenti o elettori del Movimento 5stelle, come se fossero un esercito di persone asservite gli ordini di un capo assoluto, oppure se si apriranno nuovi scenari organizzativi all’interno del movimento stesso. Le regole, sicuramente ci sono.
Casaleggio ha avuto il merito, insieme a Beppe Grillo, di aver creato un’alternativa alla vecchia e logora politica, ma si sa anche i movimenti sono fatti di persone oltre che di ideologia, vedremo se la strada tracciata dall’ideologo sarà percorsa o se qualcuno, credendo di percorrere strade più facili, prenda per vie diverse. Con Beppe Grillo che ha fatto un passo di lato, sicuramente la storia del movimento da ora sarà scritta da mani diverse, quali ancora non è dato sapere.
di Ludovica Morico