La macchinazione

Sara

“Macchinazione”, quindi macchinare: attività con cui si elaborano intrighi, tranelli, inganni o si preparano situazioni artificiose a danno d’altri. Silenziosamente.

Da qui il titolo del nuovo film di David Grieco. Ultimo omaggio da collaboratore e amico che non si è arreso. Che nonostante il passare del tempo, ha ancora la necessità e la voglia di vederci chiaro sulla morte di un uomo che è passato alla storia e che è tuttora storia. Pier Paolo Pasolini.

Era la notte tra l’1 e il 2 novembre 1975. Una notte ancora piena di punti interrogativi, verità non svelate e colpevoli da identificare. Una notte in cui se n’è andata una pagina indelebile del nostro paese. Della nostra Italia, oggi troppo povera; scarna d’ideologie, giustizia e pensieri intellettuali. Che sanno diversificarsi, smuovere, far pensare.

Il regista sembra sapere come sia andata quella sera, ma non ha le prove. Così tenta di ricostruire in cento minuti, quarant’anni di verità celate e testimonianze inascoltate. Evidenze ignorate e approfondimenti lasciati incompiuti.

«E io ritardatario sulla morte, in anticipo sulla vita vera, bevo l’incubo della luce come un vino smagliante

Aveva solo cinquantatré anni Pier Paolo. Era poliedrico. Avevo il dono dell’analisi, del genio, del saper predire il futuro. Analizzava la società, la politica; era alla ricerca della verità e intendeva scovarla.

Questa la sua colpa, l’errore più grande costatogli la vita. Al di là dei vizi sessuali, le perversioni e le frequentazioni sbagliate. Era bianco e nero, alto e basso, giusto e sbagliato.

Pelosi? La P2? Un complotto? La Banda della Magliana? La politica?

Quarantuno anni dopo ancora è tutto sfumato, un’ipotesi, un supporre condanne. L’unica certezza che abbiamo, è che il suo pensiero è più vivo che mai. Lui è più vivo che mai, come lo è la sua voglia anticonformista.

Un’egregia prestazione di Massimo Ranieri ce l’ha ricordato. A noi, vittime di un potere inopportuno, dell’alienazione e di un’anonimità disarmante. Noi, troppo vigliacchi per poter alzare similmente la testa. Noi, semplicemente orfani. Orfani di veridicità, stimoli e suoi simili.

di Sara Di Paolo

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