Ai confini del paradosso

Luca De Risi

Che c’entrano mia zia e mia figlia con il nuovo assetto politico dell’Europa? Mettiamola cosi: loro sono parte dei miei confini interni: quelli di un cittadino europeo che, tra il 23 e il 29 giugno si è ritrovato quasi senza accorgersene, a confrontarsi con nuovi confini esterni.  E, proprio come è accaduto – tante volte – sui miei confini interni, anche sui nuovi esterni registro clamorosi e inquietanti, destabilizzanti, paradossi.

Se mi guardo ‘dentro’ non fatico a trovare tracce di dolorose, strazianti assurdità. Come quella impasse burocratica che per ragioni fiscali voleva ancora in vita la mia defunta zia, ma non riconosceva i diritti di mia figlia – nata da qualche mese – perché non possedeva ancora un codice fiscale.

Questa circostanza così personale, mi pare riflettere una diffusa incapacità di accogliere il ‘nuovo’ cui preferiamo oppore in una visione falsata delle cose. Una difficoltà che solo in parte è dovuta alla complessità dei fenomeni: un ruolo chiave hanno, invece, le nostre ‘resistenze’ che sono – non sembri parodassale – sono ‘nostre’ in funzione del fatto di essere anche altrui.

E, dunque, collettivamente resistiamo all’idea che Gran Bretagna e Turchia siano, adesso, i reali confini d’Europa. Sto dicendo una verità ‘evidente’ eppure so perfettamente che è una novità che richiede un qualche sforzo per essere accettata.

Ma proprio come per mia zia e mia figlia, anche in questo caso Gran Bretagna e Turchia esprimono un confine ‘paradossale ’ che finisce per confinarci e identificarci nel paradosso. Da qui quello strano senso di spaesamento e una profonda sensazione di insicurezza.

In soli 6 giorni, sul confine occidentale l’Europa ha perso – nell’esercizio plebiscitario della democrazia – una nazione come l’Inghilterra cui è stata legata per settanta anni, in un lungo percorso di pace; mentre sul confine orientale si vede investita da una pressante richiesta di riconoscimento e integrazione da parte della Turchia, paese che annaspa in un regime di illibertà e negazioni di diritti.

Ad Ovest la Brexit rischia di diventare è il confine dell’esercizio democratico; ad Est  la Turchia segna il confine di un potere autoritario e sempre più illiberale. Condanniamo la Gran Bretagna e ci gettiamo al ‘salvataggio di uno Stato come la Turchia che è vittima del terrorismo – non dimentichiamocelo –  per calcolo politico.

In 6 giorni siamo investiti da una ‘nuova’ verità: un paese è anche i suoi confini. I 27 capi di Stato dell’Unione forse sono costretti ‘a far buon viso a cattivo gioco’ ma non sembrano essersi accorti del paradosso che da oggi vede l’Unione perdere per strada – tra proclami e rassicurazioni – la Gran Bretagna e dover rinsaldare i legami con il regime turco di Erdogan.

Gli inglesi in Europa sono improvvisamente meno europei del sultano di Ankara. Un paradosso? Non lasciatevi ingannare:  il paradosso non è più fuori, ormai è dentro i confini di questa Europa.

 

di Luca De Risi

 

 

 

 

 

 

 

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