Brevi riflessioni estive

Altina

Il mese di luglio ricorda, da sempre, l’estate, il mare, le vacanze e il sole. Quest’anno però qualcosa all’interno di questo equilibrio si è spezzato, perché gli attentati non si sono fermati, anzi con l’avanzata dell’estate si sono raddoppiati. Questo mese di luglio è stato segnato da alcuni attacchi terroristici che porteremo nella nostra mente per un bel po’, si pensi alla strage di Nizza del 14 luglio, all’attacco alla chiesa di una piccola cittadina francese di martedì scorso, e alla strage di Monaco di qualche giorno fa. Tutto fa capo ad una precisa strategia criminale: il terrore. Si vorrebbero cambiare le nostre abitudini, farci vivere nella paura e magari alla fine  assuefarci ad un tale clima nel tentativo di destabilizzare le nostre vite. Intanto, come accade spesso nei momenti di crisi, i nazionalismi e gli estremismi, si agitano, riprendono forma seppur in maniera diversa da quella precedente. Si aggiunge poi il fasullo tentativo di colpo di stato in Turchia, che avrebbe voluto sradicare Erdogan, ma che di fatto lo sta rafforzando notevolmente, legittimando il suo potere giorno dopo giorno. Sì, ormai possiamo affermare con certezza che la Turchia, da paese laico e civile qual’era si sta trasformando in una vera e propria dittatura.

Questo è ciò che sta succedendo nel mondo che ci circonda, tralasciando la probabile vittoria di Donald Trump alle elezioni americane (di questo ne parleremo a novembre a urne chiuse, per ora sono soltanto terribili ipotesi). L’estate incombe e il terrorismo sembra non andare in vacanza, anzi gli attentatori se ne approfittano, forse, del clima più disteso e rilassato. Essi sognano di dividerci dai fratelli musulmani, facendoci credere che ammazzano in nome di un dio, ma ai nostri occhi è ridicolo e allo stesso raccapricciante. Ci spaventa l’idea che dei folli possano lucrare in nome di una religione, ci spaventa ancora l’idea che sono disposti a sacrificare la loro vita, in nome di ideali che, probabilmente, servono soltanto a giustificare una violenza inaudita. Se il messaggio è spaventarci, in qualche modo ci sono riusciti, però sappiamo bene che in realtà non è tutto così. Infatti, a compiere gli attentati, di norma sono persone relegate ai margini della società, coloro che non hanno una bella vita alle spalle, vivono fomentando odio e la vorrebbero far finita trascinando con sé innumerevoli vittime.

Sono sicuro, d’altronde, che ora si prenderanno dei provvedimenti più severi e nessuno di essi sfuggirà al controllo degli organi competenti. Se così non fosse, giungeremmo nel caos più totale e allora inevitabilmente sarà la fine. Oggi non dobbiamo essere pessimisti, però è importante una riflessione su quello che sta accadendo e nulla sarà lasciato al caso, perché settant’anni di pace sono il frutto di laboriose trattative tra i paesi.

Ultima considerazione da svolgere riguarda la vendita delle armi, non dimentichiamo che l’Italia è tra i primi esportatori al mondo di armi. Il fiorente commercio in questo settore alimenta le guerre in Africa, in Medioriente e America Latina, generando ulteriore migrazione da quei paesi. È un grande circolo: armi, guerre, migrazioni. Per bloccare il terrorismo è necessario compiere azioni volte a ridurre la vendita di armi, sanzionando magari gli stati che ne vendano più del necessario. Ma tutto questo è pura utopia, dal momento che esiste il mercato nero, luogo in cui tutte le transazioni illegali si sviluppano, proprio da lì spesso partono i crimini più cruenti.

Le brevi riflessioni volgono al termine, si è messo in luce (per quanto è possibile), ciò che sta accadendo nel mondo che ci circonda. La lista degli avvenimenti è infinita, bisognerebbe annotarli ogni giorno su un taccuino, e ancora buttare giù pensieri, o comunque qualcosa che ci aiuti a capire. Non riusciremo mai a comprendere i meccanismi della mente umana, di sicuro con una maggiore conoscenza rimedieremo a danni irreparabili.

di Daniele Altina

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