Maddalena violata di nuovo da silenzio ed omertà, anche questa è mafia
A Melito Porto Salvo c’erano solo 400 persone alla fiaccolata organizzata in solidarietà a Maddalena, violentata da tre anni. 400 persone su 12000 abitanti di Melito Porto Salvo (e non lo riscrivo a caso). Non servono sangue, sparatorie o uccisioni per strada eclatanti per parlare di mafia o di ‘ndrangheta. Bastano il Silenzio e certe assenze. Silenzio e assenze che fanno, a volte, più effetto e più rumore di un colpo di kalashnikov a una vetrina.
Se Mafia è sopruso, violenza su deboli che non si possono difendere, omertà, connivenze fra poteri, collusione colpevole non alzando uno sguardo o dimenticando quella voce di aiuto, Maddalena violentata da tre anni in un luogo dove forse tutti sapevano, in una famiglia che non l’ha difesa e figlia di un paese assente in cui dietro alle finestre sono restati i più, Maddalena è vittima di Mafia.
Quando un tessuto sociale si disgrega, quando i poteri di riferimento diventano altri,quando si torna indietro o non si è mai andati avanti nell’idea che denunciando un sopruso si perda qualcosa in apparenza o si tema di irritare qualcuno di intoccabile, questa è Mafia. Maddalena ne è vittima, stuprata nel corpo e nel suo diritto a vivere in un Paese civile forte nei valori minimi di vita “normale”, onesta, solidale rispettosa…pulita insomma.
In questi giorni riflettevo sul fatto che tante, sia pur diversissime, sono state le immagini e i messaggi pesanti alternatisi sulla pelle di noi donne nell’arco di poco tempo e che ognuno di questi, dal più semplice a quello gravissimo comunque fa parte di un insieme di disagio, sottocultura, ignoranza e regresso nel rispetto della persona umana, donna o uomo che sia…perché alla fine ferisce ognuno che a questo ancora tenga.
Le “smutandate” famose per un attimo alla Festa del cinema di Venezia di cui non si ricorderà mai nessuno salvo che per quel triangolo di pelle messo in mostra, lasettantunesima donna morta ammazzata nel cult dell'”appuntamento chiarificatore” (Elisa a Parma, cito perché non sia anonima) e poi Maddalena…Maddalena che per qualcuno del suo paese: “Se l’è cercata”. “Se l’è cercata”. Non credo servano molte altre parole. “Se l’è cercata” mi risuona familiare anche in omicidi di mafia, anche per le presunte punizioni dovute a qualcuno che ha sgarrato. “Se l’è cercata” unito a un territorio disgregato culturalmente e socialmente produce la solitudine che uccide, fa saltare in aria o su un selciato di una strada…ma anche stuprare per anni una ragazzina nell’indifferenza o nella paura codarda di una comunità intera.
Non so cosa si possa fare se non dimostrare a questa gente che si può e si deve vivere in altro modo.
Che non esiste paura che impedisca di difendere una figlia. Melito di Porto Salvo, ricordiamocelo come monito ogni volta che nelle nostre piccole o grandi città ci viene da chiudere gli occhi verso qualcosa che non va, che non troviamo giusto o che ripugna. Melito di Porto Salvo come simbolo di quei luoghi
dove si può far vincere la mafia e stuprare di nuovo una ragazzina anche rimanendo, colpevolmente al sicuro finché non tocca noi, dietro alle finestre.
di Milene Mucci