La povertà non è più un’eccezione
Più di un italiano su quattro è a rischio di povertà o esclusione sociale. Per la precisione il 28,7%, 17, 5 milioni di persone. Questo secondo i dati Istat per il 2015.
La percentuale è superiore alla media europea e molto più alta del dato di Francia, Germania e Gran Bretagna. Ma le statistiche colpiscono ancora di più se ripartiamo i dati a livello geografico. Nel Sud Italia la stima sale al 46,4%. Così il rapporto diventa quasi uno su due, con la Sicilia che rappresenta la regione fanalino di coda in questa classifica.
La quota diventa il 24% al Centro e il 17,4% al Nord.
Se si considera, invece, il numero di componenti, allora si scopre che le più esposte sono le famiglie con almeno cinque individui. E questo è un paradosso considerata la bassa natalità in Italia. Proprio quelle famiglie che più dovrebbero essere tutelate vengono abbandonate a se stesse.
Secondo l’istituto di statistica, l’Italia è sopra la media europea anche per quanto riguarda la disuguaglianza dei redditi. Prendendo in considerazione l’indice di Gini, la misura più comune in questo ambito, il nostro paese occupa la sedicesima posizione nella graduatoria dei paesi europei. Nella classifica l’Italia si posizione assieme al Regno Unito. E forse non è un caso se proprio questi paesi sono accumunati dall’aver sperimentato due referendum risoltisi in un voto massiccio contro l’establishment.
A commento di ciò, va messo in risalto come il sistema di protezione sociale italiano è uno dei meno efficienti a livello europeo. Ma migliorare gli interventi redistributivi non basterebbe. Infatti questi agiscono solo dopo la manifestazione del problema.
Il problema sta, infatti, già a monte. È il mercato che porta dentro di sé dinamiche e storture che incrementano disuguaglianze e povertà.
Uno governo che vuole seriamente combattere il problema deve attuare interventi di sistema. L’istruzione da una parte, e politiche industriali e contrattuali che regolamentino il mercato dall’altra, sono solo alcune delle possibili soluzioni.
di Pierfrancesco Zinilli