Fuocoammare a Lampedusa

La sindaca di Lampedusa Giusi Nicolini ha perso le elezioni e non è più l’angelo dell’accoglienza di un mondo che affoga. Ha perso, la sua isola cambierà pelle, da ospitale e solidale probabilmente si trasformerà in isolache respinge. Ha vinto le elezioni, un personaggio strano, con una lista che si chiama “Susemuni” che significa alziamoci, creata non da un leghista xenofobo, ma da un ex sindaco di centrosinistra dal nome di pianista su una nave da crociera: Totò Martello. Un nome che è un programma per il futuro. Lampedusa, l’isola della misericordia, come l’aveva definita il papa, l’isola dove la poesia dell’accoglienza è scritta con con l’amore sulla pelle dei pescatori che si sentono un pò tutti “ fuocoammare”.
Totò Martello, proprietario di albergo e gestore del circolo del Pd, uno dei due sull’isola, l’altro fa capo al marito di Giusi Nicolini. Il vincitore ha aspettato cinque anni per costruire la sua rivincita, usando i social e costruendo una immagine che assomiglia molto alla metamorfosi renziana. È cambiato il vento, ora il libeccio soffia da parte avversa, la poesia dei lampedusiani si è cancellata come le scritte sulla sabbia, o più drammaticamente come i corpi dei bambini che affondano. Così la stroria di Lampedusa assume i caratteri di una farsa o meglio ancora di una novella pirandelliana, dove non si capisce chi è il buono grazie al gioco degli equivoci, quello che pjace molto a Renzi, brillante leader del trasformismo piddino. Solo qualche mese prima dichiarava che Berlino premia Gianfranco Rosi, il suo talento e la sua poesia dell’accoglienza con fuocoammare, orgoglio del nostro paese. Tutto finito. Ora non conta ciò che è stato detto fino ad oggi. Ora l’accoglienza è una zavora che trascina a fondo, che non perdona. Una zavorra da cui prendere le distanze. Totò Martello, il pianista da cabaret, rappresenta questa mutazione genetica renziana degli isolani lampedusiani. Fuocoaamare che ripescava i migranti, sfamandoli e abbracciandoli non esiste più, ora inizia una nuova epoca. Scompaino tra i flutti i giorni dell’amore e della speranza che vince sull’odio razziale. Nessuno ricorda il gesto simbolico di papa Francesco che in visita a Lampedusa, beve da un calice ricavato dal legno dei barconi. Tutto finito. Giusi Nicolini a perso con 908 voti contro i 1600 di Totò Martello che era appoggiato da quasi tutto il Pd locale, anche dal mitico Pietro Bartolo, medico eroe di fuocoammare, colpito sulla via della leopolda a sostenere il nuovo corso renziano sull’isola. Noi stiamo con Giusi, con la sua caparbia bontà per l’accoglienza, con il suo dolce sorriso, con la sua tenerezza condivisa con i bambini e con le donne ripescate in mare, senza retorica ma con molto amore. Lqmpedusa è stata il centro della poesia mediterranea non scritta sui libri ma incisa sulla pelle dei sopravvissuti grazie ad una sindaca dal nome Giusi Nicolini. Giusi abbandonata dal suo partito che non ha voluto fare le primarie, e come disse ad aprile: il Pd non è con me. Sull’isola ha un altro candidato. Noi di Stampa Critica, che con Giusi abbiamo costruito, con i bambini delle scuole, barche di carta a memoria di chi resta, la ringraziamo per quanto ha fatto. Grazie Giusi per tutto il fuoco ammare che hai portato nei nostri cuori con l’amore di una donna che ama tutti i figli del mare.

di Claudio Caldarelli

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