Sara Pasqual: quando il perdono ha un prezzo troppo alto

Non sappiamo, almeno non ancora con certezza, cosa sia successo nelle ultime ore della quarantacinquenne di Novara Sara Pasqual, la donna residente a Sozzago, in provincia di Novara, trovata morta nella sua casa dove viveva insieme al compagno Gabriele Lucherini. Un femminicidio con cui si apre un anno e l’ennesimo episodio di violenza efferata.
È Gabriele a telefonare ai genitori per chiedere aiuto poiché, a suo dire, «Sara non respira», sono loro ad avvisare i carabinieri. Probabilmente perché il figlio lo conoscono bene, e temono ciò che poi è successo. Lucherini era infatti noto alle forze dell’ordine perché nel 2013 era stato arrestato proprio su segnalazione della madre, spaventata da un figlio violento in seguito condannato a tre mesi; segue un episodio di resistenza a pubblico ufficiale dopo un incidente e un nuovo arresto. Ma il problema non era solo quell’uomo violento: il problema era la storia di amore malato che legava Sara a lui, accettando violenza e litigi da cui lei usciva sanguinante, e che erano più che noti ai vicini. Maltrattamenti continui e sempre perdonati: Sara lo amava e non lo denunciava, tornando a vivere con lui dopo ogni episodio. Non sono state infatti trovate denunce a carico dell’uomo da parte della compagna che, se i sospetti si riveleranno fondati, ha perdonato l’uomo che amava per un’ultima volta, fatale.
Nelle ultime ore pare ci sia stato l’ennesimo litigio, in giardino, confermato dai vicini di casa della coppia. Sara avrebbe deciso di dormire in un’altra stanza, chiudendosi a chiave: in quella stanza, con la porta sfondata, priva di vita, è stata ritrovata dai carabinieri, con ecchimosi e ferite sul corpo che rimandano ad un’aggressione. Soltanto l’autopsia confermerà la causa della morte, ma motivazioni e cause non cambieranno la storia dell’ennesimo uomo violento fermato troppo tardi, e di un’altra donna forse poco sostenuta nel riconoscere una situazione di pericolo, nel dare un nome alla violenza, nel trovare il coraggio di mettere un punto ad un amore che tale non è.
È il presupposto per un nuovo anno che non sia la solita raccolta di numeri e nomi, statistiche e storie di donne lasciate sole a morire.

Di Giusy Patera

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