La riscoperta di Giulio Pastore

Ci sono incontri, nel pieno di una campagna elettorale odiata e urlata, che possono veramente suscitare riflessioni diverse e aprire nuove conoscenze. Nessun simbolo di partito, nessuno slogan. Una sala piena di gente, tre persone, un libro e una storia da raccontare. Il libro si intitola “Giulio Pastore e Il Nuovo Osservatore – Storia di un uomo e di una rivista che hanno cambiato il cattolicesimo politico italiano”, Emia Edizioni, opera prima di Francesco Marcorelli, studioso del movimento sindacale e del cattolicesimo politico.

“Devo essere sincero: prima di pubblicare e di scoprire questo libro non conoscevo Giulio Pastore – racconta Italo Arcuri, giornalista ed editore – grazie a questo lavoro si riscopre una persona importante per la politica quanto per il movimento sindacale italiano”.

Famiglia operaia, orfano a 12 anni, Giulio Pastore inizia a lavorare come manovale, in fabbrica. Poi il contatto con il sindacalismo cattolico, l’impegno autodidatta che lo porta a soli vent’anni ad essere direttore di giornale. La presidenza della Gioventù di Azione Cattolica, l’arresto da parte della polizia fascista fino a fondare, nel 1950, la CISL e ricoprire il ruolo di Ministro per lo sviluppo del Mezzogiorno nel governo Fanfani II.

Molto spesso però, aldilà della biografia, dei fatti, sono le parole a descrivere le persone. Era l’ottobre del 1948 quando nel suo primo intervento parlamentare, Giulio Pastore invitava l’assemblea ad abbandonare divisioni e dibattiti per ragionare nell’unica ottica possibile: il vantaggio per la comunità. “Dobbiamo impegnarci tutti in un’indispensabile opera di propaganda tra i lavoratori perchè riprendano fiducia nel sindacato. Quando avremo un sindacato forte, non soltanto avremo gettato le sicura fondamenta di quella società futura nella quale la classe lavoratrice occuperà il posto che le spetta, ma avremo la certezza che saranno realizzate quelle mete di giustizia e di pace a cui tutti aspiriamo”.

L’opera ripercorre le tappe fondamentali dello sviluppo de Il Nuovo Osservatore, il clima politico, le relazioni internazionali ma soprattutto analizza la figura di un lavoratore, un giornalista autodidatta, un sindacalista e un politico fondamentale, come si legge nella prefazione di Franco Marini, presidente emerito del Senato “per le sorti del movimento sindacale italiano e, di riflesso, per le sorti stesse della nostra società civile e per il suo ruolo nell’assetto democratico dell’Italia repubblicana”.

Impegno e formazione sono le parole chiave del racconto di Francesco Marcorelli. Che ora porterà questa storia in giro per l’Italia: da Sassari a Roma, da Firenze a Palermo. Per riscoprire un pezzo del nostro passato e leggere, in maniera diversa, il presente.

Francesco Marcorelli “Giulio Pastore e Il Nuovo Osservatore – Storia di un uomo e di una rivista che hanno cambiato il cattolicesimo politico italiano”. Prefazione di Franco Marini, Presentazione di Andrea Ciampani, Postfazione di Pier Luigi Ledda. Emia Edizioni. 216pp.

di Lamberto Rinaldi

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