In Cina le prime due bimbe geneticamente modificate

Infine, è successo. Dopo oltre un ventennio da quel lontano 1996, in cui il mondo fu sconvolto dalla notizia della nascita di Dolly, prima pecora venuta al mondo per clonazione, scatenando interminabili dibattiti sulla opportunità di sperimentazione in ambito di manipolazioni genetiche dal punto di vista etico, morale, medico, religioso e legale, oggi ad infiammare gli animi la rivelazione di un genetista cinese: secondo quanto da lui stesso  dichiarato, lo scorso mese sarebbe nata la prima coppia di gemelle geneticamente modificate.

Le due bimbe (i cui nomi non sono stati rivelati per tutelarne la privacy) sembrano essere in perfetta salute; secondo quanto riportato lo studioso avrebbe utilizzato una innovativa tecnica di genoma-editing per riscrivere il codice genetico delle piccole, per renderle immuni ad alcune malattie. In particolare avrebbe cercato di riproporre la condizione che pochissime persone possiedono, e che le rendono inattaccabili dal virus Hiv. Uno scopo senza dubbio nobile, ma che ha sollevato un inevitabile vespaio sulla opportunità o meno che queste sperimentazioni vengano effettuate, e se rispettino le condizioni dettate dalla legge. Le piccole, frutto di una fecondazione in vitro, sono il risultato dell’unica gravidanza giunta al termine di sette fecondazioni in cui il dna degli embrioni era stato modificato.

Ma a turbare nuovamente l’opinione pubblica, ancora sotto shock per la rivelazione, un’altra notizia: ci sarebbe una seconda gravidanza in corso con le stesse caratteristiche. I pareri, in ambito medico e scientifico, sono discordanti; c’è chi vede in questa scoperta un enorme passo in avanti per la scienza e per la possibilità di sconfiggere molte malattie (la modifica apportata al codice genetico delle piccole le renderebbe immuni anche a vaiolo e colera), definendola di portata assai superiore rispetto a quella della fecondazione in vitro che, nel 2010, portò al premio Nobel il professor Robert Edwards, e chi invece si dice preoccupato per le sorti delle due bimbe, poiché non è chiaro se il gene modificato possa in qualche modo danneggiare gli altri.

Il tema è estremamente delicato, dai contorni incerti e dai limiti difficilmente definibili; ci si domanda se sia giusto manipolare la natura, anche se per finalità terapeutiche e di prevenzione, e fino a che punto sia lecito ed accettabile. Ci si domanda, in sostanza, se sia giusto che l’uomo si sostituisca alla natura o a un qualche Dio assumendo su di sé il potere della creazione.

di Leandra Gallinella

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