La famiglia marcia

Come prevedibile la Lega ha sferrato il suo attacco al nucleo fondamentale della società, quello dentro il quale vengono inculcate le prime nozioni utili a formare il cittadino del futuro: la famiglia. Il 29, 30 e 31 marzo, a Verona, un selezionatissimo gruppo di relatori presenzierà al Congresso delle Famiglie con la chiara approvazione del Ministro per le politiche per la famiglia, Fontana, del senatore oscurantista Pillon e – visto che ci sarà anche un bel banchetto con salumi e bevande – pure di Salvini che verrà a scattarsi qualche selfie mentre mangia. Per render ben chiaro di cosa stiamo parlando, la manifestazione è promossa da associazioni anti-LGBT, fascisti o aspiranti tali e integralisti religiosi a vario titolo, intenzionati a riportare l’immagine della famiglia agli anni d’oro del tardo Medioevo. E quando parlo di Medioevo, non sto esagerando; la caccia alle streghe è aperta, le posizioni sposate dai partecipanti al Congresso non si limitano a suggerire delle linee di condotta ma aggrediscono alla base i pilastri portanti delle più importanti conquiste civili. Le donne che abortiscono vengono definite “assassine e cannibali” da Dmitri Smirnov, arciprete della Chiesa ortodossa russa: streghe da mettere al rogo. La parlamentare dell’Uganda, Lucy Akello, si segnala per aver propugnato la pena di morte per gli omosessuali, pericolosi attentatori dell’integrità del nucleo familiare: altre streghe.

Non dimentichiamo, poi, uno dei valori fondamentali del cattolicesimo, l’accoglienza: Katalin Novak, ministra della Famiglia del governo ungherese di Orban, ha promosso la natalità nel suo Paese con esenzioni per chi fa più di tre figli, auspicando una società con più bambini ungheresi e – in generale – europei cristiani e, soprattutto, senza migranti. Ancora streghe, streghe ovunque.

La Famiglia, insomma, diventa unico punto di riferimento, cassaforte blindata e isolata dalle pulsioni malate che arrivano dall’esterno, con fattrici adibite alla produzione di tanti piccoli balilla. Alexey Komov, ambasciatore russo del World family congress presso l’Onu, auspica una società senza scuole, dove l’educazione venga impartita tra le mura domestiche, e Salvini ancora lì, accanto a questa gente che sembra uscita dalla saga di Eymerich. Come dargli torto?, ve l’immaginate che fior di elettori uscirebbero fuori da una scuola i cui insegnanti fossero gli stessi leghisti che riempiono i social di insulti sgrammaticati profusi da nick con la bandierina italiana? Occorrerebbero cento Pontida per accoglierli tutti.

Per fortuna, a mettere un freno a questa patetica manifestazione misoneista ci ha pensato Di Maio con durissime parole di biasimo: “Pensano che la donna debba stare a casa, ma sua libertà è sacra”. Per i gay a morte, le abortiste assassine e i migranti a casa, tutto bene invece.

E Conte? Pare che quando ha scoperto che il Governo era tra i patrocinatori del Congresso della Famiglia abbia subito deciso di protestare vivamente col Presidente del Consiglio, poi Casalino lo ha avvertito che il Presidente del Consiglio è lui, che ha, quindi, tolto il patrocinio alla manifestazione. Giusto in tempo per evitare di mettere nel curriculum quest’altra figura di merda.

di Marco Camillieri

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