Mai donne in vendita…

La prostituzione è un crimine, mai donne in vendita. Papa Francesco torna con forza a difendere la dignità delle donne, tutte le donne, in ogni angolo del mondo e di qualsiasi fede religiosa. Innalza così in alto il ruolo della donna che ancora non siamo pronti a coglierne fino in fondo il valore ed il significato. Nel mondo cattolico, cristiano, e nelle altre religioni, questa consapevolezza tarda ad essere compresa. Le parole del Papa ci inducono ad una riflessione più profonda partendo da un tema che nella sua semplicità, attuale e storica, investe non solo milioni di cattolici, ma anche il resto del mondo.

“La prostituzione è un crimine” un crimine contro le donne, ma soprattutto un crimine contro l’umanità. “Qualsiasi forma di prostituzione è una riduzione in schiavitù, un atto criminale, un vizio schifoso che confonde il fare l’amore con lo sdogare i propri istinti torturando una donna inerme”. Parliamo di amore, fare l’amore con amore, amando e ancora amando, non il semplice gesto animale di fare sesso per sfogare bassi istinti che annullano dignità alla donna sottomessa dal denaro, resa schiava è posseduta da un potere coercitivo tipicamente maschile. Una pratica antica, che si ripete ogni giorno in ogni angolo del mondo, rendendo la donna un oggetto privato di ogni emozione e considerato una proprietà da sfruttare e mettere in vendita. Una pratica che annulla ogni forma di amore.

Dice il Papa “ È una ferita alla coscienza collettiva, una deviazione all’’immaginario corrente. È patologica la mentalità per cui una donna vada sfruttata come se fosse una merce da usare e poi gettare. È una malattia della umanità, un modo sbagliato di pensare della società”. Sono parole dure quelle che il Papa usa nella prefazione al libro -Donne crocifisse. La vergogna della tratta raccontata dalla strada- di don Aldo Buonaiuto della Comunita Papa Giovanni XXlll. “ Quando in uno dei Venerdì della Misericordia durante l’Anno Santo Straordinario sono entrato nella casa di accoglienza della Comunità, non pensavo che li dentro avrei trovato donne così umiliate, affrante, provate. Realmente donne crocifisse. Nella stanza in cui ho incontrato le ragazze liberate dalla tratta della prostituzione coatta, ho respirato tutto il dolore, l’ingiustizia e l’affetto della sopraffazione…dopo aver ascoltato i racconti commoventi di queste povere donne, alcune con i bambini in braccio, ho sentito forte il desiderio, quasi l’esigenza di chiedere perdono per le vere e proprie torture che hanno dovuto sopportare a causa dei clienti, molti dei quali si definiscono cristiani…”

Molti dei quali si definiscono cristiani, praticano e frequentano la Chiesa Cattolica, molti di questi cattolici sono coloro che causano un dolore così forte con atti disumani. “Qualsiasi di prostituzione è una riduzione in schiavitù, un atto criminale, un vizio schifoso che confonde il fare l’amore con lo sfogare i propri istinti torturando una donna inerme…nessuno deve voltarsi dall’altra parte o lavarsi le mani del sangue innocente che viene versato sulle strade del mondo”. Mai più voltarsi da un’altra parte. Mai più. Se vogliamo che l’amore vinca sul sesso, se vogliamo che l’amore sia l’accoglienza e la fratellanza cioè la sorellanza di sentirsi sorelli nell’amore e nei gesti quotidiani, se vogliamo amare e fare l’amore, dobbiamo sentirci uguali, liberi e fratelli di noi stessi e di tutti coloro che incontriamo, donne e uomini, anziani e bambini. Nei gesti di amore c’è solo amore.

di Claudio Caldarelli

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