Albertina uccisa a pugnalate

La fotografa dei cortei e delle proteste cilene, Albertina Martinez Burgos, 38 anni, trovata morta nel suo appartamento a Santiago del Cile, con segni di violenza, botte e coltellate. Albertina era una donna coraggiosa, amava la fotografia, manifestava contro il governo Pinera, era da un mese in piazza, con il suo popolo. Albertina più volte era stata fermata dai carabineros, le forze di repressione del governo, divenuti famosi per la loro violenza e per le stragi compiute con la dittatura di Pinochet.

Carabineros, forze di repressione al soldo dei ricchi e dei potenti che affamano i cileni da più di venti anni. Albertina, una donna semplice, ma convinta della forza delle donne. Con le donne marciava, stringendo la sua macchina fotografica, scattando, mettendo a fuoco, inquadrando e cambiando obiettivi. C’era sempre. Ogni volta che i carabineros caricavano, lanciavano lacrimogeni e soprattutto quando sparavano. Albertina fotografava. Li riprendeva mentre manganellavano persone inermi, indifese, anziani, donne e bambini. Menavano forte, i carabineros. E Albertina era lì, con il suo obiettivo, catturava quelle immagini così cruente, che testimoniavano la brutalità dei militari.

Fermava le immagini, le immetteva in rete, documentava ciò che veniva negato. Albertina dava fastidio, doveva essere tolta di mezzo, non potevano lasciarla continuare quel lavoro di denuncia. Albertina è morta. È stata assassinata, dicono da ignoti. Ma dal suo appartamento sono spariti il cellulare e il computer, sono sparite le memorie delle foto scattate, è sparita la macchina fotografica. Hanno ripulito tutto. Un lavoro da professionisti che sapevano cosa cercare. Un lavoro che fa pensare ad un omicidio di stato, come tantissimi ce n’erano già stati negli anni bui della dittatura, di cui Pinera ne è il prosieguo camuffato da democrazia.

Albertina fotografava, la gente in piazza, la protesta di un popolo, ma documentava la ferocia dei militari e carabineros. Denunciava la violenza subita dalle donne nelle caserme, denunciava l’umiliazione a cui venivano sottoposte le donne dai carabineros. Albertina era parte di quel popolo che da più di un mese viene pestato, torturato, stuprato e anche assassinato dalle forze di sicurezza sotto il comando del presidente Pinera. Albertina era il Cile democratico che lotta per i diritti, per ridurre i bisogni, per vivere dignitosamente. Ora non c’è più. Albertina, la fotografa della rivolta popolare è stata uccisa, aveva solo 38 anni.

di Claudio Caldarelli

Print Friendly, PDF & Email