Nasce il primo partito femminista: “Le donne vogliono contare”
Che qualcosa stesse cambiando in Cile, scosso dalla crisi economica e sociale più spaventosa degli ultimi anni fu chiaro a tutti proprio il 25 novembre, quando in occasione della Giornata internazionale dell’eliminazione della violenza contro le donne, molte giovani realizzarono un clamoroso flash-mob lanciando la canzone “Un violador en tu camino”. A ribadire come nessuna donna, vittima di violenza di genere, potesse essere minimamente accomunata o peggio coinvolta in un assurdo ribaltamento di colpa del più vile atto violento.
Il Cile ed il suo primo partito femminista nella storia politica del paese.
Si chiama Paf, che sta per Partido Alternativa Feminista.
Un partito di sole donne, a favore delle donne, nato dalla spinta del collettivo LasTesis, un gruppo diventato famoso in tutto il mondo per aver ideato e lanciato il canto ritmato, che fece il giro del mondo.
Un canto che accomunava molte donne che mai si erano viste ma che combattevano la stessa battaglia, solo voci, senza musica e una gestualità che non lasciava adito a dubbi.
La canzone, come già detto, dal titolo “Un violador en tu camino”, che letteralmente significa “Un violentatore sulla tua strada”, aveva ed ha lo scopo di denunciare gli stupri ed i femminicidi.
Fu proprio il 5 dicembre scorso, il giorno in cui diecimila donne si radunarono davanti allo Stadio Nazionale, uno dei più tetri centri di tortura creato con il golpe di Pinochet, dando il via a questa denuncia collettiva. Il gruppo ha raccolto sempre più adesioni. Due giorni fa ha deciso di trasformarsi in partito e forte delle sue 900 simpatizzanti si è registrato nel Servizio elettorale del Cile (Servel).
Si attende l’approvazione delle autorità per ufficializzare la sua candidatura che ha bisogno comunque di 10 mila firme.
Questo movimento femminista, ha imposto temi legati alle storiche battaglie femminili, tra cui la violenza dentro e fuori le mura domestiche fino a denunciare l’aumento dei casi di femminicidio che colpiscono gran parte dei paesi latinoamericani.
In sei settimane, le 100 fondatrici dell’organizzazione hanno varato uno statuto, eletto un direttivo e assegnato le cariche principali, dimostrando un grande impegno, determinazione, tenacia, fermezza, energia e risolutezza.
Come guerriere senza paura.
Vestite di nero e con un fazzoletto rosso al collo, assieme ad altre 70 simpatizzanti hanno atteso l’iscrizione al Servel. Una volta ottenuta si sono abbracciate e tra sorrisi e lacrime di emozione hanno intonato il loro celebre canto.
“Siamo convinte”, ha sostenuto Rosa Moreno Moore, presidente del Paf, già direttrice di Greenpeace in Cile, per 20 anni rifugiata a Bruxelles sin dal 1997, “che la nuova Costituzione (annunciata dal presidente Piñera) non possa essere scritta senza la presenza femminista e senza parità”.
L’unico modo di partecipare al processo costituente senza dipendere dai partiti attuali è proprio quello di dare vita a una nuova forza politica.
Primo partito femminista nella storia moderna del Cile, il Paf ha comunque un suo antenato creato nel secolo scorso.
Uno, in particolare, il Partito Femenino de Chile che tra il 1946 e il 1954 lottò per estendere alle donne il diritto di voto ottenuto nel 1949.
Dalle sue fila uscì la prima senatrice, Maria de la Cruz Toledo.
Oggi invece, aspettiamo fiduciosi che le tante donne, coese nel portare a termine il loro comune obiettivo, riescano davvero a creare una nuova realtà che possa iniziare a ribaltare le sorti del Paese.
Perché già solo una donna può fare tanto ma quando tante donne si uniscono tra loro, diventano una massa pericolosa, attenta, battagliera, agguerrita, ostinata e grintosa.
E con tutte queste risorse, lo speriamo tutti, non riusciranno solo a vincere una battaglia ma l’intera guerra.
di Stefania Lastoria