Torna il cinema spagnolo al Farnese di Roma

Saltato a maggio il sempre attesissimo appuntamento di Roma con il Festival del Cine Español, causa chiusura pandemica, ecco che Iris Martin Peralta e Federico Sartori, le due forze della natura di questa rassegna, si ripresentano puntuali a Campo de’ Fiori con le loro esclusive proposte iberiche e latinoamericane. Dal 2 al 7 ottobre, il Cinema Farnese di Roma torna a spalancare le sue porte e il suo schermo a un fulminante pacchetto di film inediti in Italia, impreziosito dalle perle di alcuni classici che hanno fatto la storia del cinema in lingua spagnola e internazionale.

Tre le sezioni in cui si articola il 13° Festival: La Nueva Ola, Latinoamericana, Clásicos. Tra questi ultimi l’omaggio dedicato all’indimenticabile attrice italo-spagnola Lucia Bosé. Tre le pellicole da lei interpretate negli anni ’50-60 e qui offerte al pubblico che non le ricorda o non le ha mai viste: Nocturno, 1968, di Pere Portabella, Muerte de un ciclista, 1955, di Juan Antonio Bardem, Cronaca di un amore, 1950, di Michelangelo Antonioni. Poi il compleanno di un capolavoro intramontabile. Quello del film Tristana, 1970, di Luis Buñuel. Da vedere e rivedere, perché alla tenera età di mezzo secolo questo film ci fa scoprire dei significati attuali, del nostro oggi, del nostro domani.

I film selezionati per La Nueva Ola, La Nuova Onda, sono tutti di estrema attualità, in contenuti e stili cinematografici. Innanzitutto il celebratissimo Dolor y Gloria, di Pedro Almodóvar, già uscito anche nelle sale italiano, ma qui giustamente riproposto sia per tutti quelli che lo hanno perduto, sia – soprattutto – perché inserito nella naturale corrente artistica iberica di cui è parte. Anche l’italo-messicano doc Tony Driver, di Ascanio Petrini, si è già visto, e proprio al Cinema Farnese, ma solo alla prima riapertura post lockdown, così che molti lo hanno sicuramente perduto e hanno ora la possibilità di recuperarlo.

Quattro le anteprime nazionali assolute. Tra le più attese senz’altro uno dei film d’apertura: Piazzolla, La rivoluzione del Tango, di Daniel Rosenfeld, sul magico maestro di bandoneon che ha sconvolto la scena musicale mondiale e il modo di percepire, vivere, ballare il tango argentino. D’apertura anche 70 Binlades, Le Iene di Bilbao, di Koldo Serra, regista della celebre serie La Casa di Carta. Si segnala inoltre Canción sin Nombre, Canzone senza Nome, un noir a sfondo sociale, una produzione Perù-Usa con la regia di Melina León. 

Non che gli altri film in cartellone non siano ugualmente delle anteprime per il grande pubblico, dato che non hanno avuto distribuzione italiana, o sono circolate soli in circuiti minori e in qualche festival. Da segnalare Oscuro y Lucientes, di Samuel Alacrón, sugli aspetti oscuri e simultaneamente luminosi del grande pittore spagnolo, il cui nome per esteso è appunto Francisco José de Goya y Lucientes. Il regista incontra il pubblico al termine della proiezione. C’è poi il messicano La Camarista, di candidato all’Oscar 2020 di Lila Avilés, sul contrasto sociale nello sfondo dei grandi alberghi turistici messicani. O Que Arde, di Oliver Axe, ha vinto il Premio della Giuria Un Certain Regard, all’ultimo Festival di Cannes. Un film al confine mobile di lirismo, realismo e geniale ibridazione tra generi cinematografici diversi. Il premio Oscar Bong Joon-Ho vede nell’opera di Axe l’inedito cine-linguaggio del domani.

Il 7 ottobre, l’ultimo giorno della rassegna, è anche proclamato il film vincitore del Premio del Pubblico, per il quale si vota elettronicamente su cinemaspagna.org. Sui siti e pagine social del Festival tutti i dettagli sui film e gli orari di proiezione.

di Riccardo Tavani

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