Libri, che ridere!

Troppo spesso ai bambini si offrono libri con un secondo fine oltre alla lettura in sé: imparare qualcosa, capire qualcosa, metabolizzare qualcosa: un libro è uno strumento di crescita efficace e un veicolo per messaggi di ogni tipo… Ma un libro è (e deve essere) anche solo un libro. Il piacere della lettura deve essere al tempo stesso tutelato e promosso; lo diceva anche Pennac nei suoi Diritti dei lettori: il diritto di non leggere, il diritto di saltare le pagine, il diritto di non finire un libro, il diritto di rileggere, il diritto di leggere qualsiasi cosa, il diritto al bovarismo, il diritto di leggere ovunque, il diritto di spizzicare, il diritto di leggere a voce alta, il diritto di tacere. Riassumendo, dunque, un lettore ha il diritto di leggere quello che vuole, quando vuole, per un motivo preciso o per nessun motivo.

Com’è, allora, leggere un libro solo per ridere e svagarsi? Sì ma.. Cosa?

Vediamo qualche suggerimento. Alberto Lot, grafico, illustratore, animatore digitale (e un sacco di altre cose) che da poco collabora a Lo Spunk (con la rubrica Straordinario Ordinario, che racconta la storia delle cose comuni) ha pubblicato con Minibombo “Hai visto la mia coda?” e “Il grande debutto”, due libri spassosi e illuminanti. Per Zoolibri è uscito “Rivoglio il mio cappello” di Jon Klassen; Remy Charlip ha scritto “Fortunatamente”, in Italia pubblicato da Orecchio Acerbo.

Non aggiungo altro, basta leggerli per godersi un bel momento di felicità libera da motivazioni (ricordate l’ultima volta che siete stati felici senza un motivo scatenante?).

Recentemente hanno parlato di libri che fanno ridere anche Marianna Balducci (autrice e illustratrice di libri) e Davide Calì (autore ma anche art director dell’agenzia Book on a tree) all’interno di un webinar organizzato e ospitato dal sito “Ad un tratto” che si occupa di illustrazione ed editoria. Il webinar è stato per me fonte di ispirazione di libri da ridere che non conoscevo e che anche voi potete recuperare cercando le bibliografie sulle pagine Facebook dei due.

Crescere critici, di Milena Monti (direttrice del giornale per bambine e bambini Lo Spunk)

I consigli e i trucchi della direttrice.

Si può ridere anche della morte. Non perché non sia una cosa seria, ma per familiarizzare con la sua presenza inevitabile nelle nostre vite, anche se talvolta drammatica. Ridere della morte aiuta a non averne a che fare solo nel momento in cui sconvolge e fa male. Ridere della morte si può attraverso libri geniali. Due esempi:

– La fiaba definitiva, di Fabio Visintin. La storia di un gatto fantasma triste perché non aveva una bimba e di una bimba viva triste perché non aveva un gatto… Della serie “la mostra di fa felice” dopo “La morte ti fa bella”!

– Tutti i miei amici sono morti, di Avery Monsen e Jory John. Un libro spassoso pieni di scenette tragicomiche che allargano il concetto di morte a situazioni inaspettate.. Sempre strappando un sorriso.