Questa economia uccide

L’economia della disuguaglianza, è l’economia che uccide milioni di persone. L’economia che uccide bambini, che fa morire di fame e di sete è l’economia delle ingiustizie, del profitto e della ricchezza in mani di pochi.

L’economia che uccide, questa frase così potente, l’ha usata papa Francesco nella “Evangelii Gaudium”per denunciare al mondo che le disuguaglianze sono aumentate e che la concentrazione di ricchezza mondiale e nelle mani di pochi, che decidono il destino dell’umanità.

Nicoletta Dentico, dirigente del Sid (Society for International Development) ci ricorda che contro le disuguaglianze non servono i piccoli escamotage, ma serve intervenire subito sul debito dei Paesi poveri, sulle regole del commercio mondiale e sulla questione di genere. Il Covid, dice la Dentico, ha fatto esplodere le disuguaglianze all’attenzione generale, ma sono anni che all’Onu, in molti circuiti internazionali, si parla di disuguaglianze. La questione è che si pensa di risolverle con rimedi tecnici, buone pratiche, piccoli escamotage finanziari ma non si riescono a imporre nell’agenda politica internazionale i grandi nodi che producono le disuguaglianze: il debito dei Paesi poveri, le regole del commercio mondiale e la disuguaglianza di genere.

Nel suo libro “Ricchi e buoni” (EMI 2020) Nicoletta Dentico mette in guardia “contro le trame oscure del filantrocapitalismo. Una delle facce della disuguaglianza. C’è una accumulazione di risorse finanziarie, economiche e quindi legali e politiche che non si è mai vista neanche nel Medio Evo. Oggi la famosa élite dell’1% ritiene la gran parte delle risorse monetarie e della conoscenza rispetto alla grandissima parte del mondo. Questa è la patologia del nostro tempo, continua la Dentico, chi sono i filantropi? Quelli dell’1% che sanno ben  navigare in questo tempo della disuguaglianza è da quella posizione di vertice si ritengono più capaci e titolati moralmente a monopolizzare anche “l’agenda del bene”. Vi è trama di paternalismo che mira al contenimento del disagio sociale. Il loro potere sta penetrando le leve del governo del mondo creando un vulnus alla democrazia, ai processi nati dal basso”. L’unica voce forte e autorevole, l’unico gridò è di papa Francesco che continua a farci notare che la ricchezza si accumula sulla pelle della povertà. In Evangelii Gaudium il papa scrive che “questa economia uccide” milioni di fratelli.

La frase di Papa Francesco, continua  Nicoletta Dentico, “ è la più potente denuncia, straordinaria nella sua semplicità, di come piccoli escamotage del terzo settore non funzionano. Questa economia “mata”, è un richiamo anche al terzo settore su come abbia, consapevolmente o meno, partecipato alla privatizzazione della gestione dei diritti e al depotenziamento della funzione pubblica, del ruolo della democrazia che, per quanto imper-fetta, è l’unico modo di garantire processi di cambiamento. Cosa fare? Avremo, credo, un ulteriore impoverimento della sfera politica che continuerà finché non metteremo mano al fatto che i capitali circolano nel mondo fuori dallo spazio e dal tempo e possono investire sia sulle sorti positive che negative di un paese: si pensi alla crisi finanziaria del 2008.

Queste dinamiche vanno fermate perché il potere finanziario delimita la capacità di movimento dei governi. L’altra questione è il disastro del debito dei Paesi poveri: una questione presa molto sul serio da Giovanni Paolo II, nel Giubileo del 2000. Ora va ripreso perché non esiste sviluppo sostenibile se non si eliminano le catene del debito alle società più povere. Poi ci sono le politiche fiscali e il ruolo delle multinazionali che non può essere contenuto dalla responsabilità sociale di una impresa, una sorta di “green whashing”, ma da una responsabilità legale delle imprese sui diritti umani”. Responsabilità legale, della finanza e della economia, cioè delle multinazionali e delle scelte politiche dei governi, sui diritti umani. Una nuova concezione della uguaglianza e della lotta alla disuguaglianza. E poi servono politiche di giustizia che mettano al centro la scuola, ricerca, arte, cultura. Infine dice Nicoletta Dentico “noi cittadini dobbiamo scegliere dove collocare i nostri risparmi e sapere che il cambiamento climatico lo determiniamo in base a quello che ogni giorno mettiamo nel frigorifero”.  

di Claudio Caldarelli