La Trattoria del Tempo Perso

Potrebbe sembrare… invece no, questa non è la recensione di un ristorante, né una nuova rubrica di cucina, anche se si riferisce a un’esperienza avvenuta al tavolo di un ristorante. No, vorrei solo parlare di una persona e delle sue idee, di umanità e di politica.

Ero a Cremona con un mio caro amico per un evento forse poco noto, “Cremona Musica”, dove si ascolta musica dal vivo tra gli stand d’una fiera di strumenti musicali: liuteria cremonese, fisarmoniche di Castelfidardo, mandolini non solo napoletani e i tanti altri oggetti di altissimo artigianato che servono a fare musica. La prima sera ci aggiravamo tra le antiche strade acciottolate che si snodano attorno al Torrazzo, in cerca di un posto dove cenare. Non eravamo mai stati a Cremona, ci guardavamo intorno sperando di imbroccare il posto giusto, consultando su Trip Advisor le recensioni come spesso fa chi approda, viaggiando, ad una città nuova. Questa volta ci colpì la fotografia di un locale, che mostrava una grande riproduzione di un quadro famoso, il Terzo Stato di Pellizza da Volpedo. Attratti dal grande dipinto dedicato alla classe operaia, entrammo lì, alla Trattoria del Tempo Perso.

Ci accoglie un signore dai modi schietti e cordiali, e ci fa sedere proprio sotto quel dipinto. Non importa che cosa abbiamo mangiato, ma che cosa ci siamo detti mentre mangiavamo (tra l’altro, molto bene).

Sul menù campeggia la scritta “CCCP”, che gioca con ironia tra il ricordo del nome in caratteri cirillici dell’Unione Sovietica e l’acronimo in caratteri latini “cucina cantina cultura politica”: proprio quel che Nello ci ha offerto. Alle pareti, oltre alla grande copia del Terzo Stato, campeggiano molte foto, messaggi lasciati dai clienti e date significative che in quel luogo vengono puntualmente ricordate, dalla rivoluzione francese ai giorni nostri. Date alcune volte dolorose, come il 12 dicembre del ’69 o il 9 maggio del ‘78, altre volte no, come il 1° maggio e l’8 marzo di tutti gli anni, ma tutte da non dimenticare.

In breve, Nello ci racconta la sua storia di socialista convinto, seguace di Riccardo Lombardi, ex partigiano e coscienza etica del Partito Socialista Italiano. Ci racconta come, ancor prima che la vicenda di tangentopoli colpisse quel partito, Lombardi avesse lanciato l’allarme dicendo: ”abbiamo più compagni in galera oggi che ai tempi del fascismo”. Se lo avessero ascoltato, anziché inseguire i soldi – secondo il concetto craxiano che la politica ha bisogno di danaro – forse oggi l’Italia sarebbe diversa. Nello, come Lombardi, sapeva che la politica ha bisogno di idee e di credibilità: si può anche fare a meno dei soldi, ma non di quella ricchezza che di idee e credibilità si nutre. Ma è andata come è andata, e il compagno Nello si è ritrovato privo di un partito che rappresentasse le sue idee, che offrisse il necessario supporto organizzativo a cittadini disposti a lavorare per la cosa pubblica senza rinunciare ai propri ideali.

Già, gli ideali.

Oggi la politica – o buona parte di essa – si vanta di aver superato le ideologie, ma non è vero. C’è l’ideologia del “particulare” e dell’opportunismo: anche questa è un’ideologia, anche se priva di idee e ideali. E poi l’ideologia di destra è saldissima: appoggio incondizionato al capitale, detassazione della ricchezza, svilimento delle istituzioni democratiche, il tutto condito da un razzismo strisciante. Soltanto gli ideali di sinistra sono diventati fiochi, come se difendere il lavoro e i lavoratori, sostenere i più poveri e redistribuire una parte della ricchezza fosse una follia d’altri tempi, una palla al piede per il benessere che aumenta sì, ma a vantaggio di pochi.

Adesso la testimonianza di Nello si esprime ostinatamente attraverso la sua attività di ristoratore. Il cibo si fa politica, una politica più nobile di quella che tante volte si esprime nei partiti e nelle Istituzioni, pur con le dovute e dannatamente poche eccezioni. Se non c’è più un partito si trova un’altra strada per far politica, perché ogni attività, ogni gesto umano è di per sé stesso politica; molte volte a nostra insaputa, altre volte consapevolmente e volutamente.

Questa è stata l’esperienza alla Trattoria del Tempo Perso. Il compañero Nello è diventato un amico e noi siamo sempre tornati in quella trattoria, dove non abbiamo perso alcun tempo, perché lì, semmai, il tempo si recupera. Non solo perché, secondo il vecchio adagio, a tavola non si invecchia, ma soprattutto perché ci sono temi che non invecchiano, in barba agli pseudo innovatori. Il tempo, semmai, lo ha perso una certa politica, perdendo il rigore morale e gli ideali più alti. Ma che bello trovare la testimonianza ostinata del compañero Nello!

di Cesare Pirozzi

Print Friendly, PDF & Email