TAFOFOBIA

“Attacco ibrido dalla Bielorussia” così i vertici Ue chiamano i tentativi dei migranti di attraversare il confine tra Bielorussia e Polonia, spinti dalla Bielorussia e respinti dalla Polonia: almeno 11 morti. Scrive Evelina Santangelo su L’Espresso di questa settimana. Sottolineando l’ipocrisia della Ue “Siamo a fianco dei migranti” twitta la presidente della Commissione Ue, lontana dai boschi gelati dell’est, dove è morto di freddo il piccolo Amhed di un anno.

Il governo polacco, dal canto suo si rende ancora più ridicolo “Hanno attaccato i nostri ufficiali con pietre e hanno cercato di distruggere la recinzione” nemmeno si trattasse di una innocua costruzione Lego. Il governo polacco, sottolinea “l’aggressione subita”, pietre lanciate da profughi stremati contro idranti, lacrimogeni e bombe d’acqua, manganelli e filo spinato. Poveri disgraziati, scrive Santangelo, contro militari schierati, in assetto di guerra. Poi c’è la bella notizia, la Commissione europea ha stanziato per Varsavia, 114,5 milioni di euro per la gestione delle frontiere. Non per costruire un muro, dicono alla Ue, come richiesto dalla Polonia. Staremo a vedere cosa succederà al confine.

“Migranti usati, diciamo gentilmente, per politica estera” dice Draghi, sottolineando l’eufemismo, perché chi non è nel fango e al gelo, o tramortito di bastonate, si può permettere quell’ironia leggera che ha il sapore del peggior disprezzo. Questo è Draghi, il premier sostenuto da quasi tutto il parlamento, compreso il Pd e Leu. Una sintesi perfetta d’ipocrisia, cinismo, noncuranza verso un’umanità usata come pallottole di gomma da far rimbalzare al di qua o al di là di quelle barrire che, le puoi chiamare come vuoi, ma muri sono, e fanno male. Uccidono senza colpire. In terra come in mare. Uccidono anche quelle risatine appena accennate del nostro premier, che da bravo Ponzio Pilato se ne lava le mani.

“Destabilizzare l’Europa” è l’obiettivo di Lukashenko, lamentano le cancellerie europee. E l’obiettivo dell’Europa nel Mediterraneo, la rotta migratoria più mortifera, scrive L’Espresso, con la Geo Barrentas di MSF che dopo 3 salvataggi per 48 ore non hanno avuto risposte per un porto sicuro, con a bordo 186 persone vive, anche un neonato di dieci mesi, e dieci migranti estratti morti dal fondo di un barcone, l’obiettivo di quest’Europa in cui una sorella è costretta a riconoscere in quella stessa nave il cadavere del fratello minore morto per noncuranza o leggerezza, qual è? Forse una scomposta tatofobia? La paura di rimanere sepolti vivi con accanto la salma delle Nazioni Unite?

di Claudio Caldarelli

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