Piccoli regali
Quanto ci piacciono i regali di Natale? Non chiedetelo ai presidenti delle maggiori squadre di calcio italiane, sono così felici da non essere in grado di proferire parola. Una manna dal cielo per loro, l’emendamento nella legge di bilancio, già rinominato “salva calcio”, per un valore di quasi un miliardo di euro. Milioni di euro che potevano essere destinati a ben altri scopi sicuramente più utili, ma come disattendere le richieste di quei presidenti piagnucolosi che gestiscono male le risorse di un affare più grande di loro? Non ho sentito un solo tifoso di calcio balbettare qualcosa al riguardo, ma in certe cose si sa, bisogna avere la fede e se quella non ce l’hai capire non potrai. Ogni tanto ne senti qualcuno borbottare che non è giusto che quelli (i calciatori) per tirare calci ad un pallone guadagnino in un mese più di quanto guadagna lui in dieci anni, ma sono chiacchiere così, che ormai fanno un po’ tutti. E il pilota mica scherza? Che c’entra? Quello rischia la vita oh. Io li manderei in miniera altroché. Tonino aggiornati, non ci sono più le miniere. Ah no, allora alla cava oppure a zappare. Ahahahahahahahahahahahahahahahah.
Prima di passare di nuovo ai regali di Natale volevo solo ricordarvi che un fine intellettuale ha scritto che il calcio è malato ed è incurabile. Dovere di cronaca.
Per fortuna che le feste sono finite e non ci dobbiamo aspettare più regali, perché diciamolo pure, i regali che ci ha fatto quest’anno la legge di bilancio 2023 sono piaciuti poco a tanti, tranne che a quelle centinaia di migliaia di pensionati, a cui sono stati destinati niente meno che 38,25 euro per 13 mensilità. E non finisce qui, addirittura è stato promesso che entro l’anno, per quelli che hanno più di una certa età e meno di una certa ISE, la pensione minima aumenterà a 600, 00 euro. C’è da ricordare al riguardo la vecchia barzelletta di Silvio, che intanto, non si rende conto dei decenni che passano e promette ora non più un milione al mese come minimo di pensione, ma niente di meno che mille euro. Qualcuno gli crede, d’altronde se c’è ancora qualcuno che crede a Babbo Natale perché non credere al nostro buon Silvio, che se pur non riuscirà (?) ad essere il nostro Presidente della Repubblica, sarà per sempre ricordato come prima lo zio, poi, come il nonno più affettuoso d’Italia.
Ricordiamo, sempre per dovere di cronaca, che per fare il regalo più grande ai più piccoli è stato fatto un regalo più piccolo ai più grandi. Un grande plauso alla politica che ha saputo leggere nel cuore dei pensionati.
Paolo Sabatino