Essere verità o essere menzogna

Come tu mi vuoi o come sono io? Il peso della verità schiaccia il peso della menzogna. Essere verità o essere menzogna. Un dubbio che scava nel profondo di ognuno. Un dubbio che non scioglie nessun dubbio. Rimane la finzione con tutta la sua forza distruttrice. Rimane la finzione come strumento di ritorsione contro le prevaricazioni e soprattutto contro il falso perbenismo di facciata e contro ogni forma di ipocrisia.

“Come tu mi vuoi” in scena al teatro Quirino di Roma, con la regia di Luca De Fusco, geniale nel saper utilizzare in maniera sinergica le scenografie, le musiche e il palcoscenico. Un grande enorme palcoscenico con dieci attori. Con Lucia Lavia superlativa, nel suo lungo monologo senza riprendere fiato, talmente potente da lasciare senza respiro il pubblico, incantato dalla sua bravura recitativa e ancor di più dalle sue movenze elastiche. Una danzatrice che non lascia spazio anzi ruba la scena ad ogni movimento. Geniale. Geniale e artisticamente armonica, la rappresentazione, inchioda lo spettatore alla poltrona lasciandolo a bocca aperta dall’inizio alla fine.

Pirandello messo in scena meglio di Pirandello stesso. La ricerca della verità che non si cerca ma si vive. Tutto è intriso di sensualità, sessualità ed erotismo, potente ma garbato. Sensualità di classe che nasce dalle movenze ardite e provocatorie di Lucia Lavia che si tira dietro un teatro gremito dalla platea alle balconate.

Essere? Essere niente. Essere è farsi. Nella magia del teatro si rivela in tutto il suo splendore, un dramma ambiento a Berlino, ma può essere in ogni luogo, riesce a scuotere le coscienze di ogni spettatore presente. La ricerca della verità è il tema portante o si può anche dire l’interpretazione della menzogna. La menzogna come arma di punizione contro un perbenismo di facciata che cancella ogni verità è nasconde incapacità di adattarsi ad una vita fatta di sincerità. Così si entra nel personaggio, si diventa Lucia o Cia, immedesimandosi, nella inevitabile riflessione, sulla capacità di ciascuno di potersi rappresentare nella società in modo diverso da come intimamente è nella propria coscienza.

La verità, immutabile nel proprio animo, può essere la più grande difesa in un mondo troppo meschino per la meravigliosa grandezza di esseri umani senzienti, fragili e anelanti ad amare ed essere amati. Nell’umanità natura è follia:

“Sono venuta qua, mi sono data tutta a te, tutta; t’ho detto Sono qua, sono tua; in me non c’è nulla, più nulla di mio: fammi tu, fammi tu, come tu mi vuoi!”

…senza rivelare la sua vera identità.

 

Claudio Caldarelli

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