“Stop alle bombe sui civili”. Giornata nazionale delle vittime civili delle guerre e dei conflitti

Il primo febbraio scorso si è celebrata la Giornata nazionale delle vittime civili delle guerre e dei conflitti nel mondo. Istituita con la legge n. 9 del 25 gennaio 2017, la Giornata ha l’obiettivo principale di conservare la memoria delle vittime civili di tutte le guerre e tutti i conflitti e di sensibilizzare l’opinione pubblica.

L’ANCI e L’Associazione Nazionale Vittime Civili di Guerra (ANVCG) hanno invitato  i Comuni italiani e le sedi istituzionali nazionali ad esporre lo striscione “Stop alle bombe sui civili” e a illuminare di blu per tre ore – dalle 18.00 alle 21.00 – i municipi o altri edifici rappresentativi  per ricordare le esperienze vissute dalla popolazione civile nel corso delle Guerre mondiali e riflettere sull’impatto dei conflitti successivi sui civili di tutto il mondo.

In questo momento, oltre alla guerra in Ucraina, ci sono più di 59 conflitti in tutto il mondo. Secondo l’ultimo rapporto del Segretario Generale dell’Onu al Consiglio di Sicurezza per la protezione di civili sono più di 50milioni le persone che soffrono a causa delle effetti diretti e indiretti delle armi esplosive nelle zone popolate.

Guerre, conflitti territoriali,  bande armate,  terrorismo internazionale continuano a crescere e  in maniera proporzionale  aumentano  la produzione delle armi, la spesa militare degli Stati e il numero delle vittime militari e civili. Un cane che si morde la coda.

“Non sono le armi ad essere cambiate ma è lo scenario bellico ad essere cambiato, l’emergere di nuovi trend nel modo di combattere nei conflitti ha determinato l’aumento della letalità di queste armi e spinge ad interrogarsi se al giorno d’oggi siano ancora valide regole di ingaggio di 50 anni fa o sia necessario concepire nuovi meccanismi di protezione dei civili” ha detto Michele Curcio, Responsabile Anvcg nel convegno organizzato dalla Rete italiana per la Pace e il disarmo in occasione dalla Giornata delle vittime civili.

E’ utile ricordare che l’Italia, non solo per dettato costituzionale ripudia la guerra, ma è tra gli 82 paesi che il 18 novembre 2022 a Dublino hanno ufficialmente adottato la Dichiarazione politica internazionale per proteggere i civili dalle conseguenze umanitarie derivanti dall’uso di armi esplosive nelle aree popolate, il cui testo era stato finalizzato lo scorso 17 giugno 2022 a Ginevra.

Assistere ad una recrudescenza di tutti i conflitti significa prendere atto che si sta indietreggiando nel campo della cooperazione internazionale, che lo stato di diritto sta involvendo su se stesso, che il traffico di armi lecito e illecito è in continua crescita e che quello delle vittime civili è il più grave problema umanitario dei nostri tempi.

Nicoletta Iommi

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