Sconfitta epocale

Dopo la sonora sconfitta alle politiche dello scorso settembre è arrivata l’altrettanto sonora ed annunciata disfatta, perché di questo si tratta, nelle due regioni più importanti del Paese. Solo Milano sembra essere in controtendenza. Agli inizi del secolo scorso si diceva che per capire dove va il paese bisogna guardare Milano. Forse è questa speranza che promuove l’attendismo delle forze politiche alternative alla destra neofascista, neoliberista e sovranista. La lezione di settembre non è servita loro per capire che se a prevalere sono le ragioni di divisione, che pur esistono e sono molte, il risultato è scontato. La destra ha invece capito dove portano le divisioni ed è rimasta compatta, ha fatto fronte e l’elettorato, il suo, l’ha premiata rimanendo fedele e seguendo unitariamente le indicazioni di voto; e di recarsi alle urne. Ciò non è avvenuto all’interno della sinistra. Basta guardare i numeri per accorgersi che la destra sta vincendo le varie tornate elettorali perché sta riuscendo a mantenere il suo “zoccolo duro”. Il numero assoluto dei suoi elettori non diminuisce, a differenza di quello della sinistra che sta progressivamente diminuendo, denunciando e rendendo tangibile la divaricazione tra elettorato e rappresentanza politica. Le fasce sociali che tradizionalmente costituivano il serbatoio elettorale della sinistra non sono più rappresentate, o meglio: i partiti che la rappresentavano non si differenziano, nella prassi di governo, dai loro avversari. Facciamo alcuni esempi:

la conquista dell’ assistenza sanitaria gratuita per tutti i cittadini, concretizzatesi nella istituzione del Servizio Sanitario Nazionale a partire dal 1° luglio 1980, viene progressivamente smantellata a vantaggio della sanità privata, cioè a pagamento, per chi ha soldi. Il personale infermieristico, anziché essere assunto e far parte dell’organico, viene “affittato” da cooperative, che in realtà hanno un “padrone”, e il cui impiego è più costoso di quanto non sia l’assumerli direttamente, e che vengono sottopagati e sottoposti a turni stressanti.

Situazione analoga nell’istruzione pubblica che ad ogni riforma, non importa il colore del governo che la promuove, vede diminuiti gli stanziamenti a proprio favore e aumentare le dotazioni della istruzione privata. Ancora una volta per chi ne ha la possibilità.

Il numero crescente, e comunque eccessivo, di “omicidi bianchi” denuncia un progressivo ritrarsi dalla funzione di controllo del rispetto delle norme di sicurezza sul lavoro da parte dello Stato. Basta guardare come vengono svolti i lavori sulle strade e ci si accorge che chi lavora in mezzo alla strada corre ogni momento il rischio di venire travolto e perdere la vita. Si vedono uomini, dipendenti pubblici, che “rattoppano” il manto stradale senza alcuna assistenza. Non parliamo dei cantieri , delle grandi opere pubbliche, dove prolifera il lavoro nero, causato dai sub-appalti al ribasso, senza un limite che tenga conto dei costi necessari a garantire il rispetto delle normative di sicurezza; sono quelli i costi che si possono abbattere per primi. Una moltitudine di disoccupati fa la fila accettando ogni condizione di lavoro pur di riuscire a garantire un pasto a sé stessi e alle loro famiglie.

La persistenza della vigente normativa sul lavoro, voluta dal PD targato Renzi, ma molto gradita alla destra, permette contratti pagati 1 o 2 euro l’ ora. Anche in questo caso il serbatoio di disoccupati che sono costretti ad accettare e da cui attingere è numeroso.

Le politiche di accoglienza, o meglio, di non accoglienza per non dire di rigetto, dei profughi da guerre e povertà, non differiscono molto e vanno dallo sballottamento in porti lontani, i cui costi altrimenti destinati potrebbero permettere una vera accoglienza, al rimpatrio forzato; oppure al confinamento in campi profughi dove le condizioni di vita sono simili alla prigionia; o peggio nei lager nord africani dove subiscono ogni forma di violenza, fisica e mentale; o muoiono, e ne abbiamo comunque la responsabilità, naufragando davanti alle nostre coste, come ci ricorda la tragedia di Crotone

Se nessuna delle forze politiche di sinistra è più in grado di rappresentare le istanze degli strati sociali più poveri, di quei 13 milioni di italiani catalogati come poveri assoluti, cui si aggiungono almeno altrettanti in condizioni economiche prossime alla povertà, sulla linea di confine, possiamo intuire qualche ragione della diserzione massiccia dell’appuntamento elettorale.

Per risollevarsi da questa Waterloo, per uscire da questa crisi di rappresentanza è necessario che la sinistra, in tutte le sue declinazioni, torni ad essere tale ascoltando l’urlo di aiuto che prorompe da questo assenteismo, da questa presa di distanza da comportamenti e prassi politica che non riescono ad andare oltre le parole, le dichiarazioni d’intenti altisonanti che, in ultima analisi non riesce neanche a difendere le conquiste sociali fin qui ottenute.

 Corrado Venti

P.S. È di questi giorni la elezione di Elly Schlein alla direzione del più grande partito della sinistra. Il suo programma è molto attento a diversi dei punti elencati. Buon lavoro Elly, auguri.

 

 

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