L’amore, un attimo d’infinito amore

L’amore, un attimo d’infinito amore, c’è, nell’aria che respiri, nella fioritura dei ciliegi e dentro ogni goccia di pioggia. Un attimo d’infinito amore è intorno ad ognuno di noi.

Un attimo d’infinito amore è nel restare umani, nella quotidianità degli esseri umani, che spesso umani non sono.

Un attimo d’infinito amore è Marta Iacopini, insegnante di teatro, attrice, donna leggiadra e nel contempo intensa. Spiritualmente elevata all’azzurro del cielo, nuvoloso e sereno che sia. Il cielo di Marta è blu. Serenamente blu con striature di rosso porpora, viola arcobaleno e giallo.

Quando recita , Marta si fonde, diventa una sola essenza di luce, parte integrante dei suoi personaggi, ma ancor di più diviene parte della storia stessa. Piange. Si morde le labbra. Il respiro s’innalza, le gonfia il petto, all’unisono con il battito accelerato del cuore.

Ci incontriamo al bistrot del Maxxi, siamo connessi, con noi stessi e con l’universo. Ci conosciamo da sempre, ma è la prima volta che ci vediamo. Le nostre energie interagiscono, si avvolgono, trasformano la materialità dell’apparenza in spiritualità dell’essenza. Marta fa questo effetto. Avvolge nel suo cielo blu striato di rosso, tutto l’ambiente circostante. Sorride. Mi guarda negli occhi, con l’intensità del mare che si infrange, con forza, sugli scogli. Abbatte ogni barriera e mi conduce nel suo sogno concreto di amorevole umanità. Parla, Marta, ma è come se pregasse. Le sue parole pacate, in armonia con il creato, mi attraversano l’anima e si posano sul battito del cuore.

Marta Iacopini, una donna fuori dal coro, mi accompagna, con il suo dire, in un affascinante viaggio nella sua esperienza di vita, alla ricerca di qualcosa di prezioso e semplice, sfuggente e misterioso: l’energia che ci fa alzare dal letto la mattina, che ci fa amare ciò che facciamo e ci fa sentire in armonia con il tempo.

Marta è la soddisfazione che deriva dal compiere i gesti naturali e scoprirli preziosi per sé e per gli altri. Marta è la gioia inaspettata che si prova per un raggio di sole dopo tante giornate di pioggia, per una rosa che sboccia, per il sorriso sincero di uno sconosciuto in autobus.

“Ho ereditato dei bucaneve viola, dagli anni dell’infanzia. Li ho ereditati stamattina. Erano umidi ancora di rugiada come se fossero colti adesso e non avessero viaggiato, per lunghi sentieri per anni. Da tanto tempo li portavo dentro, in una piega inesplorata di memoria, e a un tratto sono germogliati; come un grano che dorme tutto un inverno con la terra e a marzo fila in uno stelo verde, da una crepa del suolo, verso il saluto della primavera”. Marta, è quello stelo, verde, che poi diventa grano, giallo ambrato, poi farina e pane, per condividersi con amore nell’essere umani. Marta insegna, con gioia, la gioia ai suoi allievi. Insegna ad amare il teatro, ma più ancora ad essere teatro di se stessi, indagando, studiando e sperimentando nuove forme di condivisione dal palcoscenico e sul palcoscenico. Marta insegna che, l’altro, è più importante di te.

Ascolto, immerso dentro i suoi immensi profondi occhi. Ascolto. Siamo connessi. Sento il sussurro dell’anima dolcemente adagiato sul sussurro della mia anima. Penso. Ogni spettacolo, in ogni teatro, Marta è questo suo sussurrare dell’anima ad altre anime in ascolto. Un incanto che mi fa dire: ma come tu resisti, vita, a tanto amore. Ma come si fa a non prendere e stringere mani fino a sentire male. Guardare fino a far lacrimare gli occhi. Come si fa a vivere così, sapendo. Sapendo che in mare affogano, muoiono donne, madri e bambini. Le parole di Marta, feriscono, lacerano le carni, aprono un varco nella indifferenza della quotidianità. Come si fa, sembra dire, sapendo che possiamo celebrare finalmente la diaspora del nostro egoismo, fare una cosa sola, o anche due, e così scendere dal calvario di una vita che intanto ci inchioda a esser soli, sordi, ciechi e scontenti.

L’amore. L’amore è voler resistere al male, ovunque. L’amore è volare liberi nei cieli della vita, questo accadrà se ascolti il tuo cuore, il tuo spirito, la tua anima.

L’amore, dicono gli occhi di Marta, mentre dal palcoscenico guarda il pubblico: l’amore è un attimo d’infinito amore…e noi ci siamo dentro.

Claudio Caldarelli