La cine-movida spagnola comincia a Campo de’ Fiori
Comincia al Cinema Farnese, a Piazza Campo de’ Fiori, nel cuore di Roma, e comincia a maggio la lunga cine-movida estiva dei migliori film ispanici e latinoamericani dell’ultima stagione. Sotto la direzione di Iris Martin-Peralta e di Federico Sartori, il 12°Festival del Cine Español, dopo la tappa romana dal 2 all’8 maggio, si snoderà lungo tutta la nostra penisola da Treviso a Messina, e poi ancora in autunno da Verona a Reggio Calabria. Uno degli appuntamenti cinematografici con un apprezzamento e un seguito crescenti di edizione in edizione. Non solo, ma una delle manifestazioni che rendono sempre più in sintonia la sensibilità e più stretto lo scambio non solo culturale tra cinema italiano e cinema spagnolo. Ormai le due industrie cinematografiche comprano a scatola chiusa soggetti e progetti l’una dell’altra. È accaduto con Perfetti sconosciuti, di Paolo Genovese, del 2016. Gli spagnoli hanno comprato il titolo italiano ancora prima che il soggetto fosse completato. Ne hanno fatto un remake di enorme successo in Spagna, Perfectos Desconocidos, di Alex De La Iglesia, che è stato presentato lo scorso anno al pubblico italiano proprio in questo festival. Dall’altra parte l’Italia produce il remake di Truman, di Cesc Gay (2015), affidando i ruoli che furono di Ricardo Darin e Javier Cámara, a Marco Giallini e Valerio Mastrandrea in Domani è un altro giorno, di Simone Spada.
Sono soprattutto, però, rassegne come questa che permettono alle affinità elettive, alle intime cine-corrispondenze italo-latino-iberiche di conoscersi e intrecciarsi proficuamente. Quattordici fior di titoli presentati, per un totale di ventisette proiezioni, considerate le repliche. Undici film spagnoli, tra cui una coproduzione con Cinecittà, Goodbye Ringo, di Pere Marzo, 2019, che conclude il festival l’8 maggio alle 21.30. Tre titoli latinos, di cui uno cubano, uno colombiano, uno uruguayo-iberico. Quello cubano Memorias del Subdesarollo, di Tomás Gutiérres Alea, del 1968, è stato restaurato dalla Cineteca di Bologna. Un altro astro luminoso del cielo di quegli anni è la Vía Láctea, di Luis Buñel (1969).
Molti dei film sono seguiti da incontri, dibattiti, brindisi photocall, selfie con autrici, autori, attrici, protagonisti, produttori. Movida y cine-comida sabrosas, fascinantes, persistente.
di Riccardo Tavani