Pappagalli verdi in Ucraina

Lo scorso 7 luglio gli Stati Uniti hanno approvato l’invio delle bombe a grappolo in Ucraina.

In un territorio che già ad aprile era per il 30% disseminato di mine antiuomo e di bombe galleggianti inesplose, ora sono arrivate le “Cluster bomb”, ulteriori armi destinate a colpire indistintamente i civili, causando morti e feriti.

Gino Strada li chiamava “Pappagalli verdi”, usando il termine con cui la popolazione afghana definiva questi ordigni micidiali.

La loro struttura infatti è costituita da unici blocchi metallici, di colore verde, di forma affusolata, sparati da velivoli.

Dopo il rilascio in aria, ad una determinata altezza esplodono, rilasciando altre decine di piccole bombe, destinate a loro volta ad esplodere e a diffondere schegge fino ad un raggio di 3 ettari di terreno. Molte delle bombe rilasciate cadono invece inesplose, creando intere zone di campi minati.

Queste armi dunque sono destinate agli esseri umani, non hanno obiettivi strutturali, il loro scopo è colpire l’individuo, conficcarsi nei suoi organi vitali, ucciderlo o mutilarlo.

I danni sui civili causati da questo tipo di ordigni e già riscontrati in altri conflitti, hanno mobilitato organizzazioni umanitarie e istituzioni fino ad arrivare alla Convenzione di Oslo del 2010 che ne ha vietato l’uso.

Il problema però è che gli Stati Uniti, la Russia e altri Stati come Cina, India, Israele non hanno aderito alla Convenzione.

In realtà, anche negli Stati Uniti la legge federale vieta l’uso delle “cluster bomb”, ma il Governo è riuscito ad aggirarla, con l’escamotage della percentuale di bombe inesplose. La legge americana prevede infatti che le bombe a grappolo possono essere utilizzate solo se la percentuale di ordigni inesplosi è pari o inferiore all’uno per certo. Gli USA si sono affrettati a dimostrare che le munizioni inviate in Ucraina si avvicinano a questa soglia.

Dal canto suo, Il Presidente ucraino, che precedentemente aveva accusato la Russia di aver utilizzato in maniera massiccia le bombe a grappolo sui civili ucraini, ha assicurato che “ne farà buon uso” e ha stilato 5 regole di utilizzo, con una dovizia di particolari necessaria quanto inutile.

“Promettere costa poco, se poi non si mantiene l’impegno. E non farlo? Costa ancora meno, basta girarsi dall’altra parte”, scriveva Gino Strada.

Nessuno può dimenticare, o sbaglia a farlo, le atrocità su donne, bambini, anziani a seguito del rilascio in aria dei “Pappagalli verdi”. Le promesse del Presidente ucraino serviranno a ben poco quando si ritroverà a capo di uno dei Paesi “più ricchi” di mine inesplose, avanzi di una guerra appoggiata e ignorata allo stesso tempo.

Nicoletta Iommi

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