SULLA FIGURA DEL PAPA

Ieri scrivevo alcuni pensieri sulla GMG di Lisbona dopo il forte discorso inaugurale di Francesco. 

Francesco ha denunciato la spersonalizzazione corrosiva in cui questo Sistema di Potere ci lascia sprofondare, e lo ha fatto proponendo un’alternativa: Gesù Cristo.

Gesù il Galileo, Gesù di Nazareth, fosse anche soltanto un uomo figlio di uomini, portando a compimento la sua folle idea di morire giovane, un anno più piccolo di me, per testimoniare che Dio è Amore, ha trasformato lo strumento del suo supplizio, La Croce, in una Fonte inaudita e straripante di un Amore che ci chiama per Nome, che ci vede, che ci guarda in Faccia, nel Volto unico e irripetibile, rendendoci così Figli di Dio.

Gesù è morto sulla Croce affinché ogni umano si sentisse amato da Dio come un Figlio, affinché ogni umano percepisse che il cuore, il fondamento dell’Universo, è un Padre e ci ama.

Gesù può essere, già è, la fonte viva di una ribellione non violenta e implacabile contro il Sistema degli algoritmi che ci riduce a numeri, a omologate monadi senza volto né nome, a dati sempre più poveri da cui estrarre potere e denaro come da un pozzo di petrolio.

L’umanità e la Terra vengono ridotte da questo Potere a un pozzo di petrolio che prima o poi disseccherà e si esaurirà. 

Francesco, ieri, chiamava i giovani di Lisbona ad essere ribelli, a ribellarsi allo scempio di questa civiltà in decomposizione, attingendo la forza di questa Rivolta dall’Amore che in Gesù Dio ha avuto per ognuno di noi.

“L’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato”.

Questo Amore è reale.

Se il giovane falegname, un anno più piccolo di me, è sul serio morto sulla croce perdonando i suoi assassini, allora il giovane falegname nello stesso istante in cui ha detto “perdonali”.

Ha lasciato esistere suo Padre, e suo Padre è quell’Amore.  

Suo Padre, Nostro Padre, è quell’Amore che lui, morendo così, ha spirato nei nostri cuori mediante lo Spirito Santo che ci ha dato.  

Mentre ieri ascoltavo il Papa, riflettevo sulla potenza mediatica enorme della sua figura.

C’è un altro leader religioso oggi – mi chiedevo – che ha un tale impatto sul mondo? C’è un’altra istituzione spirituale capace ancora di far fermare tutti quando pronuncia le sue parole?

Questa influenza del Vescovo di Roma non viene a caso, è stata a lungo preparata almeno a partire dal pontificato di Benedetto XV, il Papa che scioccò il mondo quando, di fronte alla Grande Guerra, la condannò, via Radio, chiamandola “inutile strage”.

Da Benedetto XV a Pio XII, passando poi per Roncalli, Montini, Luciani, Wojtyla, i Vescovi di Roma sono stati capaci di ritagliarsi uno spazio enorme di influenza, di respiro mediatico, di autorevolezza, che ha reso la figura del Papa una guida spirituale per tutto il mondo e, a vari livelli e varie modalità, per tutti i popoli.

Sarebbe interessante riflettere, a questo punto, su una domanda che, almeno a me, fa tremare le gambe: i papi del 900 avrebbero potuto ritagliarsi questo spazio se la consapevolezza del loro ruolo non avesse avuto alle spalle i secoli, anche oscuri, di storia del Papato?

Se non ci fossero stati i papi che, almeno a partire dal V secolo d. C., iniziarono a pensare a sé stessi come sovrani anche temporali e unici veri eredi dei Cesari romani, oggi la figura del Papa avrebbe questa influenza, questa forza? 

È incredibile a pensarci, ma se Francesco non avesse alle spalle i Gregorio Magno, Gregorio VII, Innocenzo III, Bonifacio VIII, Pio IX, Pio XII,

Giulio II, oggi la sua figura non sarebbe così dirompente, così potente, così incisiva.

L’influenza, unanimemente (o quasi) riconosciuta come benefica e positiva, che permette al Papa oggi di rappresentare l’unica e ultima seria alternativa al Potere di questo Sistema, è stata paradossalmente costruita in due millenni di storia lungo i quali i papi incarnavano un Potere ancora peggiore di quello che oggi Francesco combatte. Incredibile.

Da un punto di vista cristiano si potrebbe dire che “tutto concorre al bene per coloro che amano Dio” persino il peggio della Chiesa nei secoli, perché “Il potere di Cristo si manifesta nelle nostre debolezze”.

Da un punto di vista Taoista, questa non è che l’ennesima grande conferma del fatto che Ombra e Luce, Bene e Male, Sacro e Tenebre, non sono che due poli complementari “servi” di un Centro più vasto che li Unifica, e che non si può nominare.

Il Tao che posso dire non è il Tao.

Da un punto di vista teologico e spirituale, questa mi pare una grandissima conferma di quell’antichissima Sapienza che ci dice che il Male, in fondo, non esiste, o che comunque l’Amore che muove il sole e le stelle lo cavalca come i saggi poeti e veggenti cavalcano il Vento nella tradizione Hindu, e lo usa per accrescere l’unica vera realtà che muove l’Universo: l’Amore; e che alla fine dei tempi, come pazzamente e coraggiosamente scrive un Padre della Chiesa, “Anche Lucifero girerà il volto e canterà la Gloria del Dio Vivente”.

Giacomo Fagiolini

 

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