VOGLIA DI RICOMINCIARE

Ho incontrato Simona Atzori il 19 e 20 u.s. per aver partecipato ad un corso il cui tema centrale era proprio “Voglia di ricominciare”. Luogo dell’incontro la Comunità della Fraternità Romena, nel Casentino, alta valle dell’Arno.

Sono venuto a conoscenza dell’evento quasi per caso, un messaggio di posta elettronica arrivato ad un indirizzo che non uso quasi più (a volte qualche mail sfugge al controllo). Conteneva anche il link con un video promozionale dell’avvenimento, una breve intervista nella quale la Atzori non ha voluto rivelare quel che sarebbe avvenuto.

Non la conoscevo, forse il nome non mi era nuovo, ma niente di preciso, non guardo molto la TV. Quel poco che ha detto, non relativo all’evento, e soprattutto il suo sorriso, mi hanno portato a Romena.

L’incontro è iniziato con la descrizione del suo percorso, della sua esperienza di crescita interiore, di come sia stata in grado di trasformare quella che agli occhi degli altri può sembrare e diventare un problema, in una opportunità, una risorsa.

Lei, nata senza braccia, voleva diventare una ballerina, e lo ha fatto. Senza braccia è difficile anche camminare. Voleva anche dipingere, ed è diventata una pittrice.

Ha piegato il suo corpo alle esigenze della sua natura, della sua individualità, delle spinte interiori, della sua intelligenza, della sua spiritualità, del suo talento.  

Ha condiviso con tutti i presenti il suo modo di affrontare la vita utilizzando tutte le sue risorse, come la consapevolezza di sé e del proprio valore di essere umano, la fiducia di chi ti è vicino; noi tutti lì ci siamo sentiti in qualche modo interpellati, chiamati a pensarla come lei, a cogliere le opportunità che la Signora casualità, come la definisce lei, quasi agente all’interno di un più grande disegno, ci offre. Gli ostacoli o diventano opportunità o vanno affrontati, come lo sguardo insistente di chi ti guarda, ma non ti vede, e scompare davanti al tuo “…signora non si preoccupi, lei, le braccia le ha”.

Tramite la metafora dell’albero, secondo lei simbolo della nostra esistenza, e infatti ama dipingere donne-albero, ha fatto a tutti dono di sé, della propria esperienza, si è messa nudo non nascondendo le sue fragilità, il suo bisogno di chi possa raccogliere la sua testimonianza, il suo essere donna del suo tempo. Non solo: ha fatto sì che anche noi, attraverso quella immagine, potessimo capire un po’ di più di noi, parlare di noi, ma senza esplicita esposizione.

Con la sua narrazione costellata di episodi emblematici, è riuscita a creare un clima di condivisione collettiva, di vicinanza e, attraverso uno sguardo introspettivo profondo, momenti di intensa spiritualità laica, di fraternità.

Se è vero, come ha affermato più volte, che lei ha avuto ed ha bisogno di noi, noi abbiamo avuto altrettanto bisogno di lei; Simona è stata il tramite della nostra presa di contatto con la nostra interiorità, e soprattutto del sentimento di vicinanza con le persone incontrate lì per la prima volta.

 Simona Atzori è una persona straordinaria che in poche ore è riuscita a trasmettere una grande gioia e fiducia nella vita, che ogni giorno ri-comincia, in una continua ri-nascita…

Credo di aver portato via un po’ del suo entusiasmo e desiderio di… ri-cominciare.

Spero di riuscire a conservare ed accrescere questo dono, ricevuto in un incontro avvenuto in maniera quasi casuale, con una persona certamente non comune, che ci ha contagiato con la sua grande voglia di vivere, con la sua notevole capacità di autoironia e che ci ha accolto davvero “a braccia aperte”.

 Corrado Venti

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